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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2012 alle ore 09:03.

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È un'avvocatura disposta alle barricate quella che va ad aprire questa mattina a Milano il congresso straordinario. Tanto da far usare, ieri nella conferenza stampa a Palazzo di giustizia, anche a figure di solito pacate, come il presidente del Cnf, Guido Alpa, parole, se non toni, accesi: «Confindustria ha preso il potere. Le decisioni del Governo in materia di giustizia sono oggettivamente vicine alle ragioni di chi utilizza un approccio nel solo segno dell'efficienza». Il presidente Alpa stamane non è presente ai lavori a causa di un malore che ha avuto ieri sera: è ricoverato in ospedale a MIlano per accertamenti

Ma in discussione ci sono i diritti. Diritti, ha sottolineato Maurizio de Tilla, alla guida dell'Oua (Organismo unitario avvocatura italiana), che non si possono rottamare. Per de Tilla «in Italia da anni le parole d'ordine sono: liberalizzazione e rottamazione della giustizia. Con uno stillicidio di interventi normativi sulla professione forense e una legislazione frammentaria sulla macchina giudiziaria, non si sono rimosse le reali cause dell'eccessiva lunghezza dei processi e dell'aumento dell'arretrato. Anzi, la situazione è peggiorata».

«Per queste ragioni – continua de Tilla – diciamo no all'abolizione delle tariffe, alla presenza di soci di capitale negli studi legali, alla chiusura degli uffici dei giudici di pace, delle sezioni distaccate e dei tribunali minori, all'incostituzionale e fallimentare media conciliazione obbligatoria, all'aumento delle spese per i cittadini».
«Siamo preoccupati dai contraccolpi che il pacchetto liberalizzazioni del Governo avrà sulla previdenza degli avvocati - dichiara il presidente della Cassa forense, Alberto Bagnoli -: i nostri conti sono saldi, grazie a una gestione prudente delle risorse e a una riforma che, intervenendo su prestazioni e contributi, e innalzando l'età pensionabile a 70 anni, ci permette di assicurare la stabilità del sistema a 30 anni». «Ma questa solidità - spiega Bagnoli - rischia di essere demolita dalla norma della legge Salva Italia che impone di prolungare a 50 anni il periodo di stabilità finanziaria, peraltro senza tener conto del patrimonio e dei relativi rendimenti, pena il passaggio al sistema contributivo di calcolo della pensione».

L'avvocatura arriva alle assise straordinarie che vedranno la partecipazione di 2mila legali con il viatico di otto giorni di sciopero. «Dal Congresso forense dovrà sollevarsi ancora più alta la denuncia dell'avvocatura contro la liberalizzazione del settore professionale e gli interventi in materia di giustizia che nulla portano a vantaggio dei cittadini – avverte Paolo Giuggioli, presidente dell'Ordine di Milano che organziza il congresso –. L'avvocatura ha dovuto subire in questi mesi la mortificazione del suo ruolo di tutela dei diritti nonostante aumentino gli ambiti nei quali la legislazione attribuisce agli Ordini forensi e ai loro iscritti funzioni di rilevanza sociale, rivolte specialmente alle categorie più deboli, e si moltiplichino sul territorio le attività prestate dagli Ordini a supporto del funzionamento degli uffici giudiziari».
Intanto, l'Uncat, l'Unione delle camere degli avvocati Tributaristi, parteciperà al Congresso con una propria mozione che mira a far riconoscere l'urgenza di una riforma della giustizia tributaria più equa e rispettosa della dignità dei diritti del contribuente.

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