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Questo articolo è stato pubblicato il 23 marzo 2012 alle ore 19:42.

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Via libera del Consiglio dei ministri all'atteso decreto legge destinato a correggere la norma del Dl Liberalizzazioni che azzera le commissioni bancarie per la concessione di prestiti e affidamenti. Obiettivo del decreto è infatti quello di neutralizzare gli effetti di un emendamento al Dl "Salva Italia" (presentato al Senato dal Pd e approvato a palazzo Madama), che rendeva nulle tutte le commissioni bancarie sugli affidamenti.

Il pressing Abi
La norma aveva scatenato la protesta dell'Abi, inducendo i vertici dell'associazione ad annunciare le dimissioni. Dopo settimane di trattativa e di braccio di ferro tra Governo e Parlamento, la soluzione ha preso la forma di un ordine del giorno al decreto, firmato da esponenti di Pd, Pdl e Terzo Polo, per impegnare il Governo ad «emanare in tempi rapidi» un provvedimento finalizzato a far valere l'azzeramento delle commissioni solo per le banche che non si conformano alle regole di trasparenza stabilite da Comitato interministeriale per il Credito e il Risparmio.

Rischio contenzioso
L'ordine del giorno, adottato dal Governo appena ieri in coda all'approvazione definitiva del Dl Liberalizzazioni da parte del Parlamento, si è tradotto nel decreto legge deliberato oggi da Palazzo Chigi per confermare la delimitazione dell'azzeramento ai soli istituti poco "trasparenti". Una fretta giustificata, secondo molti esponenti del mondo bancario, dal rischio di contenziosi legali oltre che i problemi legati alle modifiche delle procedure interne nel caso in cui il "Salva Italia" senza la correzione auspicata dall'Abi entrasse in vigore anche solo per poche ore. Nel decreto è stata inserita anche una norma per facilitare l'accesso al credito del sistema produttivo, in particolare delle Pmi.

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