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Questo articolo è stato pubblicato il 25 marzo 2012 alle ore 19:13.

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Sotto questo aspetto, la riforma intende rinnovare profondamente le politiche attive messe in campo contro la disoccupazione, adattandole alle mutate condizioni dell'economia. La priorità diventa quindi quella di accrescere l'occupabilita dei soggetti e il tasso di occupazione del sistema. Innanzitutto, verrà stimolata la ricerca attiva di un nuovo lavoro da parte del lavoratore mai occupato o espulso dal mondo produttivo. Soprattutto, lo stimolo riguarderà i disoccupati che beneficiano di ammortizzatori sociali. In secondo luogo, verrà rafforzata la qualificazione professionale dei giovani che entrano nel mercato del lavoro, la formazione continua dei lavoratori e la riqualificazione degli espulsi, tutto per un tempestivo ricollocamento. In particolare, la riforma punta a rafforzare la convergenza tra l'offerta e la domanda di lavoro come effetto di un patto di mutua responsabilità/obbligazione tra enti che offrono servizi per il lavoro, lavoratori, datori di lavoro. In particolare l'intervento pubblico nei processi di intermediazione a tutela dei soggetti deboli ed a rischio di emarginazione passerà anche dall'acquisizione di servizi da intermediari privati professionali.

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