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Questo articolo è stato pubblicato il 27 marzo 2012 alle ore 17:45.

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È la prima vittoria di Davide contro Golia: tradotto Fiom-Cgil contro Fiat-Marchionne. La prima vittoria dopo la mazzata che il sindacato ha incassato con l'accordo Pomigliano. A regalare la vittoria al sindacato di Maurizio Landini è Carlo Sorgi, un giudice del Tribunale del Lavoro di Bologna che, armata la fionda, colpisce in pieno il Lingotto per "condotta antisindacale", in merito all'espulsione di Fiom dalle quattro mura della Magneti Marelli (azienda bolognese del gruppo Fiat). Prima battuta d'arresto per l'inarrestabile Sergio Marchionne e primo sorriso che si allarga sulle bocche delle tute blu da mesi fuori dalle Rsa.

Il 14 febbraio scorso, dopo essere stati costretti a sgomberare la saletta sindacale in azienda, i sindacalisti bolognesi guidati dal segretario Bruno Papignani, hanno presentato ricorso al Tribunale.

Nelle carte si leggeva che Fiat avrebbe dato una lettura distorta dell'articolo 19 dello Statuto dei lavoratori, escludendo i rappresentanti sindacali della Cgil dagli stabilimenti di Bologna e Crevalcore (circa mille dipendenti di cui un terzo iscritti alla Fiom). Qualche giorno fa, dopo l'udienza, Papignani si era detto speranzoso, oggi a sentenza emessa esulta per il risultato ottenuto:

«Siamo come è ovvio molto soddisfatti – dice – è una sentenza molto importante per noi. Quando avevamo fatto ricorso sapevamo che il comportamento tenuto dall'azienda era in palese violazione della legge e ora il giudice ci ha dato ragione. Da domani ci aspettiamo di rientrare in fabbrica, di avere di nuovo la nostra stanza, di avere il diritto al monte ore per le assemblee, di poter partecipare alle riunioni. Insomma ci aspettiamo di poter tornare a fare attività sindacale, come è giusto che sia». Non è Biancaneve, Papignani, e se da un lato si aspetta di rientrare in fabbrica, dall'altro si aspetta che Fiat si opponga alla sentenza e ricorra in appello: «Intanto però, come la legge prevede, deve dare seguito alla sentenza».

Una sentenza di condanna per il gruppo Fiat che si sostanzia nelle motivazioni addotte dal giudice Sorgi secondo le quali: «per ottenere il diritto ad avere rappresentanti sindacali aziendali, non è necessario che un sindacato firmi un accordo, ma è sufficiente che partecipi alle trattative». Partecipare non significa firmare: Fiom-Cgil ha partecipato e non ha firmato e nell'interpretazione del Tribunale del lavoro bolognese questo basta e avanza. In attesa della contromossa dell'uomo col maglione blu, le tute (blu pure quelle, anche se di un'altra sfumatura) si godono questa vittoria.

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