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Questo articolo è stato pubblicato il 30 marzo 2012 alle ore 21:11.

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I giudici della prima Corte d'assise di Milano hanno condannato Carlo Cosco e altri cinque uomini all'ergastolo per il caso di Lea Garofalo, collaboratrice di giustizia 35enne di origini calabresi ed ex compagna di Cosco, sequestrata, torturata e sciolta in 50 litri di acido nel milanese nel 2009. Cosco, così come il fratello Vito, è stato condannato anche a due anni di isolamento diurno. Gli altri condannati, con isolamento diurno di un anno, sono l'altro fratello Giuseppe Cosco, Massimo Sabatino, Carmine Venturino e Rosario Curcio. I giudici non hanno riconosciuto l'aggravante della finalità mafiosa, ma hanno condannato gli imputati anche a risarcire la figlia ventenne della donna, Denise, testimone chiave dell'accusa, e la madre e la sorella di Lea Garofalo. Alla figlia una provvisionale di 200 mila euro e alle altre due donne 50 mila euro ciascuna. Risarcimento poi da ridefinire in sede civile.

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