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Questo articolo è stato pubblicato il 02 aprile 2012 alle ore 14:30.

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Il Governo deve sistemare con «la massima urgenza» la posizione di tutti i lavoratori esodati, nessuno escluso, che «solo nel settore bancario sono ben ventiduemila, di cui quindicimila già usciti e di cui settemila in procinto di uscire entro il 2013, secondo gli accordi sugli ultimi piani industriali legittimamente firmati da Banche e organizzazioni sindacali». Lo dichiara Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi, il maggiore sindacato bancario.

«Il settore del credito utilizza ammortizzatori autofinanziati, che non pesano per un solo centesimo sulle casse dell`Inps. Non si tratta quindi di trovare le risorse ma di restituire quelle, a nostro avviso, letteralmente 'scippate' a migliaia di lavoratori e famiglie», spiega il segretario generale.
«Respingiamo come una forma di vera e propria barbarie legislativa l'abitudine, iniziata con il governo precedente e proseguita con quello in carica, di adottare interventi retroattivi». La Fabi, insieme alle altre organizzazioni sindacali, continuerà la propria azione di mobilitazione «sino a quando il Governo non avrà sistemato fino all`ultima delle posizioni interessate».

Sul tema degli esodati è intervenuta anche le presidente di Confindustria Emma Marcegaglia: «è un problema molto serio perchè ci sono persone che rischiano di non avere più il posto di lavoro nè la pensione». Secondo Marcegaglia «non è però accettabile che questo significhi un aumento del costo del lavoro per le imprese». A suo avviso «se c'è un problema di questo tipo lo Stato vi deve fare fronte» perchè le imprese «hanno già un cuneo fiscale e contributivo più alto di 5,5 punti rispetto alla media europea».

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