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Questo articolo è stato pubblicato il 03 aprile 2012 alle ore 21:00.
Figura chiave nell'operazione che ha politicamente squassato la Lega Nord e portato alla ribalta rapporti tra il suo tesoriere e personaggi vicini alla cosca De Stefano è Paolo Scala, promotore finanziario italiano che vive e lavora a Cipro e anche lui indagato. Le conversazioni intercorse tra quest'uomo e l'imprenditore Stefano Bonet fanno presumere alla Procura di Reggio che proprio Scala sia "il gestore dei fondi esteri del gruppo di imprenditori che ruotano intorno alle figure di Stefano Bonet, Romolo Girardelli e Francesco Belsito". Fondi che per gli inquirenti saranno utilizzati da Bonet anche per pagare consistenti contributi necessari per sostenere importanti accordi commerciali.
Nel corso delle intercettazioni gli investigatori hanno avito modo di registrare una serie di conversazioni e sms di enorme interesse tra Bonet e il segretario amministrativo della Lega Nord Belsito e tra Bonet e lo stesso Scala, che vertevano sui bonifici di denaro che Belsito, attraverso Bonet e Scala, faceva giungere a Cipro e in altri Stati a fiscalità privilegiata, per un successivo investimento in operazioni immobiliari.
In particolare, in una prima conversazione del 29 novembre 2011 sull'utenza italiana di Bonet (a quanto pare ne aveva anche una cipriota), gli investigatori sanno che l'indomani Bonet si sarebbe recato a Cipro. Belsito gli chiede informazioni e Bonet gli risponde che più tardi avrebbe potuto rispondere alle sue domande e contestualmente chiedeva a Belsito se alla base dell'operazione vi fosse una società o un altro soggetto economico, lasciando chiaramente intendere che ciò gli era stato richiesto da colui che avrebbe dovuto seguire la procedura. Individuate chi? Ma Paolo Scala appunto, il promotore finanziario.
Belsito, di rimando, rispondeva che l'operazione l'avrebbe svolta fatta lui direttamente per cui non c'era la necessità di alcun documento contabile. Aggiungeva, inoltre, che avrebbe preferito che l'operazione portasse all'acquisizione di un fondo. Il 16 dicembre 2011Scala contatta Bonet a cui chiede se, in prossimità del Natale, avesse necessità di denaro. Nel contesto della medesima conversazione Bonet riferisce a Scala che il suo amico Francesco Belsito gli avrebbe inviato 1,2 milioni e, in un secondo momento, gli avrebbe anche fatto pervenire le istruzioni di cosa fare con la somma. Evidentemente - in un primo momento – Belsito non doveva essere così felice dell'idea di trasferire lì i soldi ma nella telefonata Bonet chiarisce che era riuscito ad ottenere il consenso del politico "dopo aver illustrato l'efficienza e la solidità, nella gestione in termini economici, degli investimenti sulla piazza di Cipro".
Il 23 dicembre – sotto Natale- Belsito prova a effettuare il bonifico che, a quanto ricostruiscono gli investigatori e gli inquirenti, diventa quattro volte superiore alla cifra inizialmente concordata e dunque qualche problema di frazionamento lo creava. Prima del tentativo di invio del bonifico la Procura registra ben 28 tra contatti, sms e conversazioni che avevano per oggetto la transazione finanziaria. E qui si scopre che Belsito si lamenta del fatto che la banca presso la quale si era appoggiato non era in grado di inviare il bonifico in assenza di codice Iban del beneficiario. Non solo: la medesima banca aveva informato Belsito che l'istituto di credito del beneficiante era in Tanzania. Allora Bonet, forse un po' scocciato, fa presente che il conto corrente era in Tanzania ma la banca di riferimento era cipriota. Ma qui – con un curioso batti e ribatti – Belsito risponde che anche l'istituto di credito era africano.
Alla fine – per come ricostruisce il decreto di sequestro – la transazione va a buon fine e, forse apposta forse no, i pm della Procura di Reggio scrivono che Scala aveva, appena due anni prima, scritto un articolo sul portale www.voglioviverecosi.com, dal titolo "Cipro: una porta verso il medio oriente". Forse verso la Procura di Reggio, visto che Scala è ora indagato.
Ma la storia del bonifico va avanti al punto che la Procura registra altri eventi. Tra questi il fatto che Scala aveva promesso a Belsito che l'operazione era blindata e lo avrebbe messo al riparo da ogni conseguenza negativa e il fatto che Bonet e Scala discutono di chi fossero quei soldi: di Belsito o della Lega Nord? Scala dice di non saperlo ma aggiunge che Belsito aveva detto che erano suoi e si era premurato più volte di sapere se quei soldi potevano tranquillamente tornare indietro.
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