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Questo articolo è stato pubblicato il 04 aprile 2012 alle ore 19:01.
L'ultima modifica è del 04 aprile 2012 alle ore 13:13.

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Di Pietro shock: «Monti ha sulla coscienza i suicidi di chi non ce la fa ad arrivare a fine mese»Di Pietro shock: «Monti ha sulla coscienza i suicidi di chi non ce la fa ad arrivare a fine mese»

Antonio Di Pietro, intervenendo in Aula alla Camera in sede di dichiarazione di voto sul ddl semplificazioni, ha attaccato il premier Mario Monti: «Ci sono persone che non ce la fanno ad arrivare a fine mese e si stanno suicidando. Lei ce l'ha sulla coscienza quei suicidi». Il leader dell'Idv si è rivolto più volte a Monti, non presente in Aula, definendolo «latitante che non c'è» e sostenendo che il governo sta «sobriamente mettendo in ginocchio il paese».

Il leader dell'Italia dei Valori non ha usato mezzi termini per criticare il governo nel suo intervento in aula sulle dichiarazioni di voto sulle semplificazioni, che Idv non voterá. «Sobriamente state rovinando l'Italia - ha detto Di Pietro - perché state facendo scelte ingiuste come il medico che dice: operazione perfettamente riuscita, il paziente è morto. Voi state uccidendo il Paese». .

«Voi pensate solo alle lobby, alla casta e a fare favori, non siete buoni padri di famiglia ma dei ladri di Stato», ha incalzato il leader Idv. «Berlusconi lo criticavamo sul piano umano, pensava solo al bunga bunga. A voi contestiamo la politica che state facendo».

La replica di Monti: mai detto che la crisi è finita
«Non ho mai detto che la crisi è finita». Così il presidente del Consiglio, durante la conferenza stampa sulla riforma del lavoro, ha precisato il senso delle sue dichiarazioni in Asia anche per rispondere alle critiche del leader Idv, Antonio Di Pietro. «Non ho detto che la crisi è finita. Quello che ho detto, parlando a un pubblico internazionale e asiatico, è che la crisi dell'Eurozona, la crisi dei debiti sovrani, è quasi finita».

Monti ha ricordato che la situazione dei debiti sovrani è migliorata «anche dopo le prove di politica economica a livello europeo. La situazione - ha aggiunto - richiede ancora grande attenzione sia dal punto di vista dell'architettura, tipo firewall, che dal lato della politica economica reale con grande attenzione alle politiche per la crescita».

«I dati economici negati continueranno per un po'»
I dati economici negativi «continueranno ad arrivare per un po'», ma grazie ai provvedimenti adottati dal governo «c'è una fondata speranza di un futuro migliore», ha detto ancora Monti nella conferenza stampa per la presentazione della riforma del mercato del lavoro. «Non voglio sottovalutare l'importanza dei dati negativi sull'economia e i consumi che arrivano in questi giorni. Continueranno per un po', non diamo false speranze a breve termine, ma è un'operazione radicale quella che siamo stati chiamati a svolgere», ha ricordato.

Il premier ha riconosciuto che gli italiani «si trovano in una fase non invidiabile» a causa delle decisioni di molti governi passati: «A noi è capitato di operare in un momento in cui si tratta piuttosto di chiedere agli italiani di sopportare temporanei sacrifici per dare loro una fondata speranza di un futuro migliore. Se non fosse stato questo lo scambio richiesto, che le forze politiche hanno ritenuto a questo punto necessario, non sarebbero stati richiesti di prestare la loro opera delle donne e degli uomini per i quali si ritiene sia un po' più facile chiedere sacrifici perchè poi non dovranno chiedere i voti».

«Sofferenza sarebbe stata più acuta» senza il salva-Italia
Certo, ha riconosciuto ancora Monti, «togliamo agli italiani quando aumentiamo la pressione fiscale, però lo facciamo nel modo più equo possibile e in contropartita di questo speriamo di dare una prospettiva più serena». Del resto «siamo in fase acuta di sofferenza. Sarebbe stata meno acuta senza i provvedimenti presi a dicembre? No, riteniamo che sarebbe stata più acuta in questo momento. Ci sarebbe stata una prospettiva migliore di superamento del disagio attuale? No, siamo convinti che il futuro sarebbe stato meno caratterizzato da una speranza all'orizzonte di quanto non lo sia oggi».

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