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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2012 alle ore 20:45.
L'ultima modifica è del 05 aprile 2012 alle ore 17:14.

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Marcegaglia sulla riforma del lavoro: testo pessimoMarcegaglia sulla riforma del lavoro: testo pessimo

«Oggi abbiamo parlato con molte imprese, dicono che se le norme restano così, non solo non creano nuova occupazione, ma non rinnovano i contratti precari in essere». Lo dice la leader della Confindustria Emma Marcegaglia, a margine di un convegno a Montecitorio. Ribadendo quanto dichiarato oggi al Financial Times.

L'intervista al Financial Times
«Very bad». È questo il giudizio sulla riforma del lavoro espresso dal presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, in un'intervista al Financial Times. La Marcegaglia ha bocciato il nuovo testo sulla riforma del lavoro, tornando a ribadire la contrarietà del mondo delle imprese alla nuova formulazione dell'Art.18: «Il testo è pessimo. Non è quello che abbiamo concordato».

Al Paese serve altro
Secondo la Marcegalia una riforma così concepita aumenterebbe le rigidità del mercato del lavoro italiano e finirebbe per alimentare il sommerso, mettendo a repentaglio gli investimenti dall'estero. «Questa riforma del mercato del lavoro - ha spiegato - non è quella di cui il paese ha bisogno». Le nuove misure sono giudicate così negativamente da ritenere che «sarebbe meglio che non ci fossero». O quantomeno sarebbe opportuno «che il disegno di legge venisse modificato».

Monti: il mestiere del governo è capire interesse generale
La Confindustria è «il sindacato dei datori di lavoro». Ma il Governo deve guardare «all'interesse generale». Lo afferma al Tg1 il Presidente del Consiglio Mario Monti che aggiunge: «Marcegaglia definisce il testo della riforma pessimo, che non è un understatement. Si prenda le responsabilità di quello che ha detto». «Rispetto la Confindustria - ha continuato Monti - così come rispetto tutte le parti sociali. Sono consapevole che si tratta di sindacati, sindacati di datori di lavoro o di lavoratori. Il mestiere del governo è però diverso ed è quello di capire l'interesse generale. La presidente Marcegaglia era perfettamente al corrente, come gli altri leader sindacali, delle riflessioni del governo». E infine: «Tre mesi fa la Confindustria non avrebbe neppure osato sperare che il licenziamento per motivi economici diventasse in Italia come in Paesi dove c'è maggiore flessibilità e che il ruolo del reintegro fosse limitato, come è con questa riforma, solo a casi di abuso del licenziamento per motivi economici».

Squinzi: il vero problema è la disoccupazione record
Il nuovo presidente designato di Confindustria, Giorgio Squinzi, stamattina a Vicenza, dove ha incontrato gli imprenditori manifatturieri del nord al «Club dei 15», sull'articolo 18 si si è limitato a dire: «Deve sempre prevalere la linea del dialogo». Squinzi ha chiarito i motivi del suo silenzio: «Non parlo perché la riforma del lavoro non è di mia competenza». Tuttavia, sollecitato sulla crisi e sulla disoccupazione record, soprattutto per i giovani, Squinzi ha risposto: «Questo è il vero problema».

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