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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2012 alle ore 10:37.

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Nadia Dagrada e Francesco Belsito (Ansa)Nadia Dagrada e Francesco Belsito (Ansa)

L'elenco

A un certo punto negli atti dell'inchiesta si fa una sorta di elenco parziale di tutto quello che sarebbe stato intascato dai Bossi: i «costi di tre lauree pagate con i soldi della Lega»; quelli per il «diploma» di Renzo Bossi Il Trota - Dagrada con una battuta al telefono dice che il consigliere regionale «non paga di tasca sua» neanche «il caffè in Regione» - ; 670 mila euro «per il 2011» senza «giustificativi»; l'affitto della Porsche per Riccardo Bossi e sempre per lui i «costi per pagare i decreti ingiuntivi» di alcune cause e le «fatture» per l'avvocato; «una casa in affitto» a Brescia; «300 mila euro» per la Bosina.

I consigli della Degrada

Dopo la lista, la «soluzione» che ha in mente Dagrada, anche una sorta di consigliera di Belsito quando le cose si mettono male. Lui, dice lei, dovrebbe «far capire al capo: guarda che tu non hai la possibilità di rimediare a tutto quello che è stato dato a tua moglie, sia per lei sia per la scuola e sia per i tuoi figli, perché sono troppi, troppi soldi». Soldi anche per la «campagna elettorale del Trota», stando a quanto spiega al telefono Belsito. E Dagrada: «Ma c'hai le carte di quello che hai pagato?». E lui: «No, perché gli davo a lui alla Rizzi (assessore regionale accusata a Brescia di un presunto dossieraggio ai danni di avversari interni al partito proprio per favorire Renzo Bossi, ndr) e a lei... portavo cash!». Sul figlio del leader gli investigatori segnalano un altro elemento: «Renzo Bossi e la sua fidanzata, Baldo Silvia, (...) sono stati insieme alla sede della Lega di via Bellerio e si sono portati via i faldoni della casa (ristrutturazioni?) per timore di controlli, visto il periodo critico».

I soldi a Umbero Bossi

E mentre gli investigatori, in una lunga informativa, scrivono che pure allo stesso leader del Carroccio «Belsito ha da sempre elargito personalmente» soldi distratti dai fondi della Lega, la dirigente Dagrada, in una telefonata intercettata lo scorso febbraio arriva a dire che il "capo" «non può dire che non sa» di quei «costi» che lo «rovineranno» se «esce fuori qualcosa».

Calderoli

Negli atti dell'inchiesta c'è poi un'intercettazione tra la dirigente Dagrada e Belsito in cui i due fanno riferimento a varie uscite dalle casse del Carroccio tra cui, sintetizzano gli investigatori, «altre somme che avrebbe preso Cald (diminutivo di Calderoli)» e che Belsito «non sa come giustificare», anche se «Nadia sul punto dice che quelle somme in un anno si riesce a giustificare».

Il figlio Renzo

Dalle indagini sull'ex tesoriere della Lega Nord Francesco Belsito spunta anche un presunto fascicolo d'indagine riguardante il figlio di Umberto Bossi, per cui «Silvio» e «alti Pd» si sarebbero attivati per affossarlo. Emerge da una telefonata intercorsa tra Belsito e la segretaria amministrativa della sede del Carroccio di via Bellerio a Milano, la quale domanda «(...) È vero che continuano a dire ai magistrati di mettere sotto il fascicolo?... ma prima o poi il fascicolo esce». Il tesoriere replica «sììì, però non è uscito niente, hai visto!». «Sì, ma è lì! - risponde a sua volta la segretaria -...adesso però non credo che potranno aspettare più di tanto». «Quando esce una cosa di questo genere sei rovinato! - spiega la Dagrada -...il figlio di lui che ha certe frequentazioni...altro che Cosentino, poi, ragazzo!».

Silvio Berlusconi

Belsito le domanda «quindi tu dici che sarà intervenuto il padre» e la segretaria spiega che «è intervenuto più Silvio e so che ci sono di mezzo anche alti ma alti Pd e non è che hanno detto "chiudi il fascicol", hanno detto "manda, ci sono 50 fascicoli" quello era il quinto, gli hanno detto "inizia a farlo scivolare ventesimo" e dopo è passato il tempo, si doveva andare a elezioni a marzo e hanno detto "inizia a metterlo quarantesimo, ma appena arriva l'ordine di tirarlo fuori... fuori tutto". I fermi, l'utilizzo della macchina con la paletta, perché lui sulla macchina c'ha la paletta...». Belsito allora risponde «Ma ce l'ha ancora?» e la segretaria risponde «certo!...paletta e lampeggiante, ci sono le foto!...prese dalle telecamere per eccesso di velocità per giunta».

Rosy Mauro e i soldi al Sinpa

La traditrice è lei». Così Belsito, parla della senatrice Rosy Mauro, al telefono con la Dagrada. In una intercettazione dell'8 febbraio, agli atti dell'inchiesta, emerge come in altri dialoghi tra i due, come l'ex tesoriere sia convinto di «una serie di congiure nei suoi confronti da parte di Rosy Mauro e Bossi». Nadia Dagrada ritiene: «lei (Rosy Mauro, ndr) è convinta che gli vada evidentemente sempre tutto bene, cosa ti devo dire, ormai si è convinta che tanto lei, ma non ha capito che non è per nulla così... A far circolare roba, ma scherzi?...». Poco più avanti Belsito aggiunge: «cioè capisci, la traditrice è lei eh!». E ancora la Dagrada: «è lei che sta manovrando tutto, la cosa è che è lei che sta manovrando tutto, è questo il (sembra dire il brutto)». E ancora la dirigente amministrativa: «a questa stregua, morti per morti, tanto non è perseguibile, la rovini con quello che prende... Ribadisco questo, che esca fuori quello che viene dato al Sinpa (Sindacato Padano, ndr), quello che viene dato alla Bosina (scuola, ndr)». Belsito: «sì tutto». Dagrada: «viene fuori, vedi dopo che fine fanno! (...) l'importante è giocarsi bene le carte e poi fargliela pagare, però».

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