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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2012 alle ore 18:50.

«La pulizia è quasi finita. Ora diamo vita alla fase due». Roberto Maroni il giorno dopo l'esplusione di Rosi Mauro dalla Lega invita i leghisti a voltare pagina: «Ora servono idee e azioni», dice «basta vicende giudiziarie e mediatiche. Adesso serve la politica». L'ex ministro dell'Interno lo scrive anche su Facebook: «Basta piangerci addosso, ora si riparte». E sulla sua pagina posta un fotomontaggio di se stesso che guarda un manifesto leghista sul quale sono elencati i principi del nuovo corso annunciato da Bergamo: «soldi alle sezioni», «meritocrazia», «largo ai giovani», e «fuori chi viola lo Statuto e il codice morale della Lega».
A Milano Maroni questa mattina ha incontrato il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni con il quale probabilmente ha discusso di come rilanciare la legislatura regionale. Una delle conseguenze del terremoto all'interno della Lega potrebbe essere un rimpasto all'interno della giunta lombarda. La poltrona più traballante è quella di Monica Rizzi, assessore leghista allo Sport e Giovani e grande sponsor della candidatura del dimissionario Renzo Bossi in Consiglio regionale. Roberto Formigoni però nega che nell'incontro con il leader leghista si sia parlato di un possibile rimpasto. E valuta che ol nuovo corso della Lega Nord sia «il modo giusto per ripartire».
Lunedì prossimo è convocata una riunione del gruppo del Carrocio in Regione Lombardia. E i vertici del movimento sarebbero intenzionati a sostituire l'assessore lombardo allo Sport. A Monica Rizzi, vicina alla famiglia Bossi e indagata per un presunto dossieraggio a favore della candidatura di Renzo, verranno chieste le dimissioni altrimenti le potrebbero essere revocate le deleghe. La decisione, dovrebbe essere formalizzata alla riunione del gruppo. Quasi sicuramente al suo posto entrerà una donna, collega di partito.
Nessuna richiesta di dimissioni invece sarebbe stata formulata nei confronti dell'altro assessore del Carroccio e medico di Bossi, Luciano Bresciani.
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Intanto sul fronte giudiziariol'ex tesoriere, Francesco Belsito, si è detto pronto a farsi interrogare dai magistrati. «È qui a Genova a loro disposizione e non ha intenzione di lasciare l'Italia o la città», hanno reso noto i suoi legali che hanno incontrato il procuratore aggiunto Vincenzo Calia, titolare dell'inchiesta genovese costola delle indagini di Milano, Napoli e Reggio Calabria. Il timore per gli avvocati Paolo Scovazzi e Andrea Borsoi, che difendono l'ex tesoriere, è di una eventuale misura cautelare nei confronti di Belsito.
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