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Questo articolo è stato pubblicato il 21 aprile 2012 alle ore 09:13.

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Nel 2007 era il primo marito che rinunciò alla legittima aspirazione di candidato in favore della sofisticata compagna di vita e partito, madre dei suoi quattro figli, Ségolène Royal che poi perse la sfida per l'Eliseo contro Nicolas Sarkozy. L'anno scorso Francois Hollande, candidato socialista che potrebbe diventare prossimo presidente della Francia, era definito dalla stampa «l'uomo che sente spuntare le ali» nelle stesse ore in cui in un carcere newyorkese Dominique Strauss-Khan si difendeva nel procedimento per il presunto stupro della cameriera del Sofitel di Manhattan.

L'accusa di aver assalito la donna all'uscita della doccia nella stanza dell'hotel a New York cadde ma Strauss-Kahn, allora direttore del Fmi, fu costretto a rinunciare alla gara presidenziale. Era maggio 2011 e Hollande diceva ai militanti di Dijon: «Grazie di avermi accolto qui nel quartiere Fontaine d'Ouche, nome che non potrebbe essere più azzeccato visto che avremo "la fontaine e la douche" (la doccia)».

Una gran battuta per uno definito senza carisma segnato da uno strano destino: da comparsa a protagonista per la caduta (in tribunale) di Strauss-Kahn, ora forse presidente per la caduta (nei sondaggi) di Sarkò. Quel pomeriggio a Dijon, gli amici pensarono che Hollande avesse ritrovato la leggerezza perduta diversi chili fa (si dice anche grazie alla dieta Dukan). C'era infatti un tempo in cui il possibile futuro presidente francese chiudeva la giacca a stento, aveva una montatura degli occhiali trasparente, tonda e triste tanto che il suo ottico parigino gli consigliò un paio d'occhiali quadrati con le stanghette colorate (l'idea delle lenti a contatto venne presa in considerazione e abbandonata). Già nel 2009 però Hollande perde i primi dieci chili (ne riprende subito due) e compra qualche completo su misura da un amico sarto; l'ambizione politica non è però così forte da convertirlo a un qualsiasi sport.

Hollande, 58 anni di Rouen, segretario del partito socialista dal 1997 al 2008, studi alla prestigiosa École nationale d'administration, scuola della classe dirigente francese, è stato finora l'opposto di Sarkozy, trasformato dai detrattori in simbolo bling bling (spregiativo modo di definire quelli che ostentano, aggettivo onomatopeico che indica la vistosa bigiotteria tintinnante; parvenu o nouveaux riche se si preferisce). Al contrario del presidente che colleziona orologi fra cui un rolex e uno da 55mila euro dono della moglie Carla Bruni, il candidato socialista porta uno Swatch e indossa camicie Celio (come il negozio che c'è anche a Milano in corso Buenos Aires); uniche concessioni al fighettismo sono l'adorato iPhone e lo scooter Piaggio a tre ruote. Dopo la separazione dalla Royal (quando stavano insieme lui la tradiva), Hollande non ha più fornito argomenti su cui ricamare. Anche la biografia di Serge Raffy dal titolo promettente «François Hollande, itinéraire secret» uscita il 7 settembre scorso ha deluso: nel primo mese ha venduto appena 6mila copie.

Da giornalista di Paris Match, Valérie Trierweiler, attuale compagna che si è arrabbiata perché il suo giornale ha pubblicato foto senza avvertirla, non fa che smontare qualsiasi tentativo di costruire un personaggio attorno a un particolare. In una recente intervista con Liberation, Valèrie dice che non esiste un Hollande nascosto, che la loro convinvenza continuerà «perché non ci sposa per protocollo ma per scelta», che il suo stesso lavoro di giornalista la protegge «dalle sirene del potere». Che in caso di elezione, Hollande «sarà un presidente onesto» e la loro vita rimarrà come quella della maggior parte dei francesi.

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