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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2012 alle ore 06:40.

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Francois Hollande (Reuters)Francois Hollande (Reuters)

PARIGI. Dal nostro corrispondente
Nuova impennata di tensione sul mercato parigino alla vigilia del primo appuntamento, domenica, con l'elezione presidenziale. La Borsa, che in mattinata era salita fino all'1%, ha improvvisamente cambiato rotta nel primo pomeriggio, sull'onda di voci di un altro, imminente downgrade della Francia da parte delle agenzie di rating. Immediata la smentita del Governo. Quanto alle agenzie, Fitch ha escluso una decisione prima dell'inizio del 2013 e Moody's già lunedì scorso aveva spiegato che non esiste una scadenza ravvicinata. Nessun commento da parte di Standard&Poor's, che però ha già declassato il Paese in gennaio (facendolo uscire dal club della tripla A).

Ma tutto questo non è bastato a frenare le vendite, con l'indice Cac40 che ha chiuso in calo di oltre il 2% (2,05%) a 3.174 punti. Nervosismo anche sul fronte dei tassi, nonostante il soddisfacente andamento dell'emissione di ieri mattina: Parigi ha collocato l'ammontare previsto (10,4 miliardi), con un buon livello di copertura e un rendimento in lieve aumento sul titolo a cinque anni (1,83% rispetto all'1,78% dell'asta di metà marzo, ma a metà febbraio era all'1,93%). Sul secondario il tasso del decennale è infatti salito al 3,05%, con uno spread sui bund tedeschi ai massimi da inizio anno (140 punti base). Mentre i Cds sono ai massimi storici.

Tutti si chiedono ovviamente se a pesare su questa situazione è anche l'ipotesi molto concreta che all'Eliseo torni un socialista, 17 anni dopo l'uscita di scena di François Mitterrand.

Certo molte delle uscite di François Hollande non sono rassicuranti per i mercati, al di là della tradizionale diffidenza nei confronti della sinistra. A maggior ragione una sinistra dalle tradizioni più radicali che liberali come quella francese. Nessuno ha dimenticato il discorso inaugurale della campagna elettorale, il 22 gennaio a Le Bourget, quando Hollande ha detto che il suo «vero avversario è il mondo della finanza». E in molti si sono scandalizzati, e preoccupati, quando nei giorni scorsi si è scagliato contro un future sul debito francese lanciato da Eurex (società del gruppo Deutsche Borse) sul mercato tedesco dei derivati. «Il varo di uno strumento speculativo sul debito francese - ha detto Hollande - è inaccettabile. Da noi non sarebbe mai stato consentito. Ne parleremo con il Governo tedesco e con le autorità europee».
Non è certo un caso che poche ore prima a criticare il contratto a termine tedesco sia stato il populista di sinistra Jean-Luc Mélenchon, i cui voti saranno indispensabili a Hollande per battere il presidente uscente Nicolas Sarkozy al secondo turno del 6 maggio: «Una nuova arma della finanza contro la Francia».

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