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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2012 alle ore 08:57.

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Blitz del Ros e della Digos, con arresti e perquisizioni, nell'ambito dell'inchiesta sugli scontri avvenuti durante la manifestazione di Roma del 15 ottobre scorso. Le misure cautelari - 7 arresti domiciliari e 6 obblighi di dimora, oltre a 14 perquisizioni - sono in corso a Roma, Teramo, Ancona, Civitanova Marche, Padova e Cosenza.

Le indagini - nei confronti di persone accusate dei gravi episodi di devastazione, saccheggio e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale - sono state coordinate dal pool antiterrorismo della Procura di Roma e sono state condotte in stretta collaborazione dal Ros e dalla Digos di Roma, che negli ultimi mesi sono riusciti a identificare i soggetti che si erano resi responsabili di gravi violenze, devastando numerosi istituti bancari, esercizi commerciali, uffici del Ministero della Difesa, oltre ad avere incendiato numerose autovetture e un blindato dell'Arma dei Carabinieri.

Le indagini sono state sviluppate nei confronti di soggetti inseriti all'interno dell'area antagonista e anarchica nazionale, nonchè in direzione di alcune componenti provenienti dalle tifoserie ultras. Tra queste emergeva un gruppo proveniente dalla provincia di Teramo, all'interno del quale erano inseriti esponenti dell'area antagonista e di «azione antifascista Teramo», resisi responsabili di più azioni criminose lungo lo svolgimento del corteo e in particolare dell'assalto e dell'incendio al furgone blindato dell'Arma dei Carabinieri.

L'operazione ha riguardato l'esecuzione di:
- 5 misure cautelari a Roma (2 arresti domiciliari e 3 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria;
- 4 misure degli arresti domiciliari a Teramo e provincia, nei confronti di esponenti di «azione antifascista Teramo» e delle locali frange violente delle tifoserie;
- 1 misura degli arresti domiciliari ad Ancona;
- 3 misure dell'obbligo di presentazione alla PG in Padova, Cosenza e Macerata, nonch‚ 14 decreti di perquisizione locale e personale nelle medesime località.

All'esecuzione dei provvedimenti fuori provincia hanno partecipato le locali articolazioni della Digos e del Ros.

La conferenza stampa
La decisione del gip a proposito delle misure adottate nei riguardi delle persone coinvolte nell'indagine non ha soddisfatto la Procura della Repubblica, tanto è vero che è giá stato presentato ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere misure più severe per tutti. È quanto è stato ribadito oggi nel corso della conferenza stampa durante la quale il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo responsabile del pool antiterrorismo, il capo della Digos Lamberto Giannini e il comandante del Ros colonnello Massimiliano Macilenti, hanno illustrato particolari dell'operazione.

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