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Questo articolo è stato pubblicato il 25 aprile 2012 alle ore 16:19.
Anche se è ancora solo uno dei due candidati alla carica di capo di Stato della Francia, le sue parole fanno capire come potrebbero cambiare gli equilibri europei, perché il socialista François Hollande è avanti nei sondaggi e al primo turno delle presidenziali ha superato Nicolas Sarkozy (secondo round è il 6 maggio), e perché dice cose di rottura rispetto al presidente che sfida. Ad esempio, si schiera a favore degli eurobond visti come fumo negli occhi dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, che vuole portare avanti e proteggere l'accordo sul fiscal compact nato dalla sua "sintonia" con Sarkozy.
Quattro punti
«Se verrò eletto all'Eliseo - dice Hollande durante l'incontro con i giornalisti - invierò subito a tutti i capi di Stato e di Governo dell'Ue un memorandum per rilanciare la crescita in Europa. Hollande ha precisato che il documento si baserà su quattro punti essenziali: la creazione di Eurobond, il potenziamento delle capacità di investimento della Bei, una tassa sulle transazioni finanziarie con i Paesi che vorranno, e l'uso dei fondi strutturali rimasti inutilizzati per rilanciare lo sviluppo. A questo memorandum, ha detto ancora Hollande, si aggiungerà un «dialogo necessario» tra leader europei e Bce.
Il candidato socialista all'Eliseo ha anche detto che «senza crescita l'Europa non potrà uscire dalla crisi». Ed è per questo che «anche il presidente della Bce, Mario Draghi, ha detto che il Patto di bilancio Ue (Fiscal compact) deve essere completato da un patto di crescita». «Il presidente della Bce sarà utile, è utile, per sostenere la crescita in Europa», ha proseguito Hollande, secondo cui la posizione di Draghi conferma che le sue promesse sulla rinegoziazione del patto di bilancio sono giuste.
A parole il possibile futuro duo franco-tedesco che governerà l'Europa converge su Draghi. Angela Merkel si dice infatti d'accordo con il presidente dell'Eurotower sul tema delle riforme strutturali per la crescita. Ma da Parigi Hollande rimette in discussione quanto fatto fin qui e la possibile sintonia con la Germania anche se dice di non «volere conflitti» con Merkel. Perché infatti poi aggiunge di non voler «nascondere le differenze nelle nostre posizioni». Ed ecco la grande differenza: se vinco le presidenziali - afferma Hollande - la Francia «non ratificherà il patto di bilancio Ue (Fiscal compact) nella sua versione attuale» ribadendo che intende integrare quel testo con la crescita. «Se aggiungeremo una parte al testo attuale, o se faremo un trattato a parte questo non lo so, farà parte dei negoziati» a Bruxelles, precisa Hollande.
Proclami da campagna elettorale certo, ma intanto Berlino guarda sempre con più bonomia al governo di Roma a cui si chiede un'intesa proprio sulla crescita. Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert ha infatti reso noto oggi di un un incontro fra l'entourage della cancelliera e quello di Mario Monti a Berlino, avvenuto in settimana, per promuovere iniziative concrete per la crescita nel prossimo Consiglio europeo di giugno.
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