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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2012 alle ore 16:57.

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Dieci milioni di euro: niente di meno. A tanto ammonta la richiesta di risarcimento annunciata dalla Lega Nord da parte di «chi ha associato il suo nome, o lo assocerà, a vicende di tangenti». E partono anche le azioni legali del Carroccio contro «i farabutti» colpevoli di «infangare la Lega» per le presunte tangenti che sarebbero state versate da Finmeccanica a esponenti leghisti.

L'annuncio è di Roberto Maroni, che giovedì mattina ha avuto a Varese un incontro riservato con Giuseppe Orsi, presidente e amministatore delegato di Finmeccanica, e poi si è riunito in via Bellerio per fare il punto della situazione con Umberto Bossi e Roberto Calderoli.

Vertice a tre (più gli avvocati) in via Bellerio
Una riunione dei vertici del movimento sul caso Finmeccanica, alla quale sono presenti anche gli avvocati che si occuperanno di tutelare la Lega da voci e notizie che il Carroccio definisce «infanganti».

«Abbiamo dato mandato ai nostri avvocati di procedere legalmente nei confronti di chi ha associato, associa, e associerà la Lega Nord a questioni di tangenti», ha dichiarato Roberto Maroni al comizio in corso a Magenta per sostenere il candidato sindaco della Lega Nord.
«Noi siamo estranei a queste vicende - ha aggiunto l'ex ministro - e quindi chiederemo 10 milioni di risarcimento a chi ha detto che abbiamo preso tangenti per 10 milioni. Così facciamo pari e patta».

Il Carroccio presenta due esposti in procura
La Lega Nord, attraverso i suoi legali, giovedì pomeriggio ha presentato in procura a Milano due esposti. Si tratta di una querela per calunnia nei confronti dell'ex dirigente di Finmeccanica Lorenzo Borgogni, che ha accusato l'attuale ad, Giuseppe Orsi, di avere intascato mazzette. In particolare, l'ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica ha messo a verbale davanti ai pm napoletani che una presunta tangente sarebbe andata alla Lega Nord.

Non solo. C'è anche la richiesta di un maxi risarcimento, «non inferiore ai 10 milioni di euro, da chi ha associato il suo nome, o lo assocerà, a vicende di tangenti».

La seconda querela presentata dal Carroccio in procura è per diffamazione, nei confronti di Francesco Belsito, l'ex tesoriere del Carroccio indagato a Milano per appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato e a Reggio Calabria e Napoli per riciclaggio. La denuncia a Belsito riguarda le dichiarazioni fatte dal politico al settimanale Panorama riguardo un presunto dossier sull'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni.

Passera: un avviso di garanzia non basta a destabilizzare un'azienda
Intanto, sulle vicende giudiziarie riguardanti l'amministratore delegato di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, si è espresso il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. «Un avviso di garanzia non è una buona ragione per destabilizzare un'azienda», ha commentato a margine di un'audizione al Senato, spiegando che Finmeccanica «è una grandissima azienda che sta attraversando un momento complicato di rilancio e ristrutturazione».

La bufera giudiziaria su Finmeccanica ha comunque già mostrato le sue ripercussioni sull'andamento del titolo in Borsa, che oggi in chiusura ha registrato una perdita di 4 punti percentuali.

Comunione e Liberazione: mai preso tangenti
Ed anche Comunione e Liberazione dichiara in un comunicato che «non ha mai preso tangenti da Finmeccanica, né da altri». Il movimento parla dell'«incredibile accusa di tangenti Finmeccanica a Cl,quale emergerebbe dalle dichiarazioni di un ex dirigente dell'azienda, che lo avrebbe appreso da fonti non meglio precisate.CL non c'entra nulla».

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