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Questo articolo è stato pubblicato il 01 maggio 2012 alle ore 17:54.
L'ultima modifica è del 01 maggio 2012 alle ore 11:54.

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Il ministro del Lavoro: non è un bel primo maggio
«Non è un bel primo maggio sia per l'assenza di lavoro che è un grandissimo problema, ma anche per gli incidenti sul lavoro, gli ultimi due accaduti ieri», ha detto il ministro del lavoro, Elsa Fornero intervistata durante la trasmissione radiofonica Radio Anch'io. «Non è un bel primo maggio, dobbiamo riflettere sulle ragioni di questa crisi, dobbiamo soprattutto agire».

Fornero: le modifiche all'art. 18 daranno dinamismo al mercato
«Aver modificato l'articolo 18 in maniera importante, senza per altro ripudiarlo, permetterà di dare all'economia quel dinamismo di cui oggi soffre la mancanza». Lo ha detto il ministro del lavoro, Elsa Fornero a Radio Anch'io spiegando che «permetterà anche di spostare l'occupazione da quello che oggi è un precariato diffuso a una forma di contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato, proprio perchè meno flessibile».

Fassino fischiato a Torino
Dalla festa del primo maggio, dove è stato fischiato, prima durante il corteo, poi dal palco del comizio, il sindaco di Torino Piero Fassino ha rilanciato il valore della politica e delle «difficile scelte che oggi bisogna fare», tendendo conto che «il nostro obiettivo è mettere al centro della politica il lavoro per ridare fiducia e dignità alle persone e alle famiglie».
«Il fischio non è mai stato un argomento di discussione.
Questo sono gli stessi fischi che impedirono a Bonanni di parlare, come i bulloni a Trentin, da parte di chi non ha mai capito come ci si batta per difendere veramente i lavoratori che invece è l'impegno mio e del Comune», ha detto Fassino dal palco davanti ad un pubblico, 20.000 persone secondo Cgil, Cisl e Uil, diviso tra chi applaudiva e chi, la minoranza, fischiava.

Arcigay: lo stato tuteli i più deboli
«Il lavoro ha smesso di essere quello strumento essenziale per il conseguimento di una vita libera e dignitosa che connota il diritto all'esistenza che la Costituzione riconosce ad ogni donna e ad ogni uomo.
La politica e i tecnici non possono continuare ad ignorarlo ancora, senza uscire definitivamente dai principi della nostra Carta fondamentale. Senza uno sforzo serissimo per il diritto al lavoro, questa è un'altra Italia, con un'altra Costituzione e con altri principi di convivenza civile», ha detto Paolo Patanè presidente dell'Arcigay chiedendo al Governo di «coinvolgere e ascoltare anche le associazioni di persone transessuali, lesbiche e gay per risolvere gli enormi spazi di iniquità che il diverso orientamento sessuale o di identità di genere deve affrontare nei luoghi di lavoro».

A Rieti manifestazione unitaria dei sindacati, fischi al sindaco
I lavoratori in piazza a Rieti per la manifestazione di Cgil, Cisl e Uil del primo maggio hanno contestato con fischi il sindaco di Rieti che portava un breve saluto dal palco. Il sindaco, Giuseppe Emili, che termina il suo mandato la prossima settimana ha parlato di contestazione «incivile». «State mancando di rispetto non solo a me ma a questa città - ha detto - la madre degli scemi è sempre incinta».

I vescovi: il lavoro che manca emergenza sociale
«Il Primo Maggio nacque come festa per celebrare una conquista sindacale: arginare il troppo lavoro, lo sfruttamento. La giornata lavorativa doveva fermarsi ad otto ore. Oggi rischia di celebrare il contrario: il lavoro che manca». È quanto si legge in un editoriale, firmato da Nicola Salvagnin, pubblicato dal Sir, l'agenzia dei vescovi italiani, preoccupati sia dei giovani sia dei lavoratori più anziani. «Un paio di milioni di giovani italiani non solo sono disoccupati - scrive il Sir - ma hanno pure perso ogni speranza: non cercano più un posto, non studiano, non si specializzano.
Per chi invece ha più di 50 anni, «le continue riforme delle pensioni, l'ultima in particolare, hanno spostato l'asticella dell'età pensionabile di un buon decennio. Peccato però che le aziende mal tollerino di pagare stipendi a chi ha meno freschezza di un giovane, meno elasticità e soprattutto una busta paga nel tempo cresciuta molto più di quanto si paghi un apprendista o uno stagista. E perdere il lavoro a 57 anni, oggidì è semplicemente una tragedia: nessuno ti vuole».

Buon 1 maggio lavoratore suicidato. Striscioni choc di CasaPound
«Buon 1 maggio, lavoratore suicidato». Questo il testo dello striscione apparso nei pressi del cimitero di Lecce, così come è avvenuto davanti ad altri cimiteri in Italia. La provocazione è di 'Blu', Blocco lavoratori unitario, sindacato nato in seno a CasaPound Italia, che ha già compiuto negli ultimi mesi due azioni contro i licenziamenti avviati dall'azienda di autotrasporto trentina Arcese e dalle Officine meccaniche ferroviarie del Salento e un «blitz coordinato» in una cinquantina di città italiane contro la riforma del lavoro e la modifica dell'articolo 18. «Ci sono sindacati che non festeggiano», si legge nei volantini che stanno facendo il giro del web: l'immagine rappresentata - rendono noto in un comunicato gli organizzatori della iniziativa - è quella di un operaio impiccato che pende da un grande '1'. A lato la scritta: «Forse non ti interessa più, ma a Roma oggi c'è un gran concerto. Buon 1 maggio, lavoratore suicidato».

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