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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2012 alle ore 16:00.

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Dl banche, Governo battuto su pensioni manager PaDl banche, Governo battuto su pensioni manager Pa

Via libera dell'Aula del Senato al decreto correttivo sulle commissioni bancarie. I voti a favore sono stati 207, i contrari 27 e una astensione. Il provvedimento, modificato a Palazzo Madama, passa ora alla Camera in seconda lettura.

Governo battuto sulle pensioni dei manager pubblici
Sul provvedimento il Governo è stato battuto poco prima dell'approvazione da parte del Senato su un emendamento soppressivo - presentato in tre versioni identiche da Idv, Lega e dalla senatrice Pdl, Ada Spadoni Urbani - che ha abrogato il comma 2 dell'articolo 1 del decreto. Il comma conteneva una norma a favore delle pensioni dei manager pubblici. I favorevoli sono stati 124 (Idv, Lega e Pdl), i contrari 94. «Una vittoria dell'etica della cosa pubblica sugli interessi della casta di privilegiati», ha commentato Luigi Li Gotti (Idv), capogruppo in commissione Giustizia di palazzo Madama.

No alle commissioni bancarie per "rosso" fino a 500 euro delle famiglie
Fra le novità approvate in commissione Industria a Palazzo Madama, viene esclusa l'applicazione di commissioni bancarie alle famiglie i cui conti correnti vadano in "rosso" o oltre al fido, fino a 500 euro, per un periodo non superiore a 7 giorni consecutivi ogni trimestre.

Il contenuto del comma abrogato
Il secondo comma dell'articolo 1 abrogato, riguardava i riflessi sulla misura del trattamento pensionistico dei limiti massimi dei trattamenti economici, relativi ai rapporti di lavoro dipendente o autonomo con le pubbliche amministrazioni statali. L'applicazione del tetto richiede la determinazione dei criteri di calcolo della quota di trattamento pensionistico da liquidare secondo il sistema retributivo (la quota di trattamente che rientra nel contributivo è correlata alla misura degli emolumenti percepiti "tempo per tempo"). In pratica il comma abrogato stabiliva che questo «taglio» di stipendio era ininfluente ai fini della definizione della pensione per la parte calcolata con il metodo retributivo.

Inserito per evitare un contenzioso
«Questo articolo - aveva spiegato in aula il sottosegretario Claudio De Vincenti - fa sì che i dirigenti della Pubblica amministrazione che hanno già maturato i requisiti di pensionamento, che volontariamente prolungano la loro attività, al momento dell'andata in pensione avranno l'assegno calcolato sulla situazione maturata al 22 dicembre 2012». Il comma non comportava oneri per la finanza pubblica e il governo lo aveva inserito nel decreto sulla commissioni bancarie per evitare possibili ricorsi, alla luce di precedenti sentenze della Corte costituzionale in tema previdenziale. Ci sono, infatti, sentenze della Corte costituzionale che hanno dichiarato illegittime alcune norme che impedivano nei sistemi pensionistici di tipo retributivo, il computo della base di calcolo secondo trattamenti più elevati percepiti nella propria vita lavorativa.

A febbraio la lista dei manager più pagati della Pubblica amministrazione
A febbraio il ministro della Semplificazione e Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, aveva reso noti gli stipendi dei manager della pubblica amministrazione. Il capo della Polizia, Antonio Manganelli era risultato il dirigente pubblico con la retribuzione più alta. Il solo a superare i 600mila euro, arrivando a 621.253,75 euro. Poi seguiva il Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, con 562.331,86 euro. Sul podio anche il capo dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, Franco Ionta, terzo con 543.954,42 euro. Leggi l'articolo con la classifica degli stipendi dei manager pubblici

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