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Questo articolo è stato pubblicato il 02 maggio 2012 alle ore 19:41.

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«Il Paese rimane grandemente corporativo, c'è un rigetto di riforme che si sono lungamente invocate e che, dal momento in cui sono coglibili, vengono rigettate perché, forse, si pensa che sia meglio avere gli alibi per non fare che avere le opportunità di fare». A dirlo il presidente del Consiglio, Mario Monti, intervenendo al seminario "Oltre l'austerità", organizzato dalla Fondazione Italianieuropei di Massimo D'Alema.

Stiglitz a Monti: non tagli, ma puntare sull'aumento dei redditi
Il Nobel per l'economia Joseph Stiglitz suggerisce a Monti «in primo luogo di concentrare la sua azione piuttosto che sul taglio della spesa pubblica, sull'aumento dei redditi» in modo da poterla mantenere, perché la prima opzione costa più della seconda. L'aumento dei redditi oltretutto, ha proseguito l'economista parlando a margine del convegno, «può essere fatto in modo 'progressista', con risultati di redistribuzione per correggere le diseguaglianze, che sono una delle cause della crisi». Insomma per Stiglitz, bisogna «stimolare l'economia quanto più è possibile. L'economista ritiene che si debba «lavorare a una corretta definizione (di 'deficit strutturale' ndr) che tenga fuori gli investimenti pubblici, e bisogna puntare all'avanzo primario», ha aggiunto, sottolineando poi che «è la disoccupazione che crea il deficit, e non il deficit a creare disoccupazione». Il professore americano ha ricordato di aver conosciuto Monti quando era commissario europeo alla Concorrenza, e ha osservato che «è un buon economista».

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Per tornare a crescere all'Italia «non basterà poco tempo, per quanto possano essere brillanti i governi che succederanno perchè la nostra scarsa crescita deriva da peculiarità culturali del nostro Paese», ha detto il premier Mario Monti. Ma innanzitutto «è importante convincerci che l'insufficiente crescita dell'Italia prima di tutto è esistita, quando è stata negata fino a poco tempo fa: ora l'abbiamo visto in faccia a nostre spese questo mostro della mancata crescita».

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Sempre più duri con chi evade
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Inaccettabile l'ipotesi di non pagare l'Imu
È «inaccettabile», ha sottolineato il premier, l'ipotesi che non si paghi l'Imu perchè si tratta di «evasione fiscale» e per questo «meriterebbe un trattamento molto rigoroso» da parte dello Stato.

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