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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2012 alle ore 15:20.
L'ultima modifica è del 03 maggio 2012 alle ore 09:40.

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Caso Lusi: chiesta autorizzazione arresto (Ansa)Caso Lusi: chiesta autorizzazione arresto (Ansa)

I magistrati di Roma hanno chiesto al Senato l'autorizzazione all'arresto del senatore Luigi Lusi, l'ex tesoriere della Margherita finito sotto inchiesta per l'appropriazione indebita aggravata di circa 23 milioni del partito. Nell'ambito del medesimo provvedimento sono stati disposti gli arresti domiciliari per la moglie di Lusi, Giovanna Petricone e per due commercialisti. Per tutti l'accusa è di associazione a delinquere finalizzata all'appropriazione indebita. È emerso che Lusi ha pagato oltre 30mila euro, presi dai fondi del partito, a uno chef per il catering del suo secondo matrimonio, proporio cn Petricone, celebrato nel luglio del 2009. Nell'ordinanza di 37 pagine con la quale ha accolto le richieste di arresto formulate dai pubblici ministeri, il Gip Simonetta D'Alessandro parla di «pianificata attività di depauperamento della Margherita». In un passaggio viene poi segnalato il pericolo di una fuga del senatore e della moglie in Canada. Si è trattato, si legge ancora nella relazione, di «un'operazione di spoglio sistematico e di saccheggio dei fondi assegnati all'associazione "Democrazia è Libertà - La Margherita"».Interviene Francesco Rutelli: il partito è stato vittima di reati molto gravi.

La moglie: investiva in immobili per garantirsi un futuro politico
Durante l'interrogatorio effettuato dai magistrati della procura di Roma la moglie Giovanna Petricone ha affermato: «voleva investire in immobili per alimentare il futuro della sua carriera politica». La signora ha detto ai pm che il marito, immaginando l'estinzione della Margherita, «le espresse la sua preoccupazione per il futuro del partito... Mi disse che il suo progetto era quello di gestire i fondi della Margherita in modo del tutto autonomo. Se la sua carriera fosse finita, il patrimonio sarebbe rimasto alla nostra famiglia».

In un anno versati 3,3 milioni sul conto della moglie
Tra giugno del 2007 e giugno del 2008 l'ex tesoriere della Margherita ha trasferito dai conti del partito al conto UniCredit della moglie quasi 3,3 milioni di euro. Su ordine della procura di Roma, i militari del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza hanno eseguito una serie di perquisizioni presso le abitazioni e gli uffici degli indagati. A un ispettore di Bankitalia è stato affidato il compito di ricostruire la contabilità della Margherita. Secondo il procuratore aggiunto di Roma Alberto Caperna e il pm Stefano Pesci l'associazione era stata organizzata con l'obiettivo ben preciso di depauperare le casse del partito.

Richiesta di autorizzazione in base all'articolo 68 della Costituzione
Gli atti sono stati trasmessi dal gip del tribunale di Roma D'Alessandro al presidente del Senato «con richiesta di autorizzazione ai sensi dell'articolo 68 della Costituzione». Il giudice, nell'ordinanza di custodia che riguarda anche la moglie del parlamentare e due commercialisti, individua in Lusi il capo, l'organizzatore e il promotore di una associazione a delinquere che coinvolge tutti gli indagati.

Il gip di Roma: c'è il pericolo di inquinamento delle prove
La misura cautelare viene giustificata dal gip del tribunale di Roma con il pericolo di inquinamento delle prove da parte del senatore che, anche nell'ultimo interrogatorio, ha taciuto ai magistrati elementi rilevanti emersi in seguito dalle indagini, tra cui l'appropriazione di circa 1,3 milioni in relazione all'acquisto della sua casa in via Monferrato a Roma.

Al momento non sono escluse altre ipotesi di reato
Oltre all'appropriazione indebita pluriaggravata e continuata e all'associazione per delinquere, nella vicenda potrebbero configurarsi altre ipotesi di reato. Nelle pieghe dell'inchiesta sono infatti spuntati altri possibili illeciti sotto il profilo fiscale.

Rutelli, Bianco e Bocci: Margherita vittima di reati molto gravi
Il senatore avrebbe agito in un contesto di inquinamento, fatto di reticenze e menzogne e di messaggi lanciati all'esterno. La recente audizione di esponenti politici della Margherita, convocati a piazzale Clodio come persone informate sui fatti, è servita per smontare la tesi sostenuta da Lusi e cioè che gli investimenti immobiliari erano frutto di un accordo fatto con i capi del disciolto partito. «Si conferma che la Margherita è stata vittima di reati molto gravi. Per parte nostra, confermiamo piena fiducia e collaborazione con la magistratura e la volontà di recuperare tutto il maltolto». È quanto affermano, in una nota pubblicata sul sito del partito Francesco Rutelli, Enzo Bianco e Gianpiero Bocci.

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