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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2012 alle ore 13:36.

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La crisi colpisce duro i cittadini greci al quinto anno di recessione, con salari minimi e pensioni tagliati del 25% e il ritorno, secondo un recente rapporto Unicef, della malnutrizione per 400mila bambini in età scolare. Ma le ricche e facoltose famiglie greche come se la passano? Sembra bene per una serie di motivi che andiamo ad illustrare.

Sconosciuti al fisco
Il 21 novembre 2011 il ministero delle Finanze greco ha fatto sapere che solo 49 contribuenti greci su 5,7 milioni di nuclei familiari - pari allo 0,001% del totale - avevano dichiarato per il 2010 un reddito di oltre 900mila euro, un numero irrisorio per di più in calo dai 73 super-ricchi che erano stati faticosamente rintracciati dal Fisco greco nel 2009. Che fine hanno fatto i benestanti armatori o le potenti famiglie che controllano i gangli del potere economico del Paese mediterraneo? Mistero! La maggioranza dei ricchi greci resta sconosciuta al Fisco di Atene che in effetti non brilla per efficienza e solerzia nei controlli.

L'astro nascente
I famosi e ricchissimi armatori greci come Aristotele Onassis e Stavros Niarkos sono stati sostituiti nell'immaginario collettivo greco da una nuova generazione di nuove leve come ad esempio Harry Vafias, uno degli uomini emergenti del panorama economico ellenico del commercio marittimo.

Ufficio situato nel quartiere esclusivo di Kifissa a pochi chilometri dal centro di Atene, ora abbandonato dai ricchi per motivi di sicurezza (troppi furti e borseggi quotidiani), Vafias è considerato l'astro nascente dell'attività marittima greca, la prima fonte di reddito dopo il turismo, che pesano entrambi circa per il 22% sul disastrato Pil. Vafis, raccontano le cronache, ama tanto l'arte contemporanea e non a caso tra gli acquirenti a New York o Londra delle aste di quadri compaiono spesso nomi dalla chiara origine ellenica. Segno evidente che i patrimoni non sono stati intaccati dalla crisi, anche se alcuni fanno notare che ultimamente sono apparsi anche nomi greci ma come venditori di opere d'arte. Ma torniamo ad Atene. Harry Vafias aveva solo 27 anni quando nel 2005 divenne il più giovane amministratore delegato di una società marittima a entrare nella borsa americana. La sua società è la Stealthgas, da lui stessa fondata.

E la crisi? Per Harry Vafias «effettivamente la crisi ha provocato la fragilità delle banche» che in Grecia blocca i prestiti alle imprese. In effetti il sistema bancario ha perso 70 miliardi di euro di depositi passando da 240 del 2010 a 170 miliardi nel 2012. Inoltre le quattro maggiori banche elleniche hanno perso 28 miliardi nello swap dei bond greci e ora necessitano di una ricapitaliazzazione. Naturalmente è possibile che molti ricchi abbiano spostato somme ingenti, provenienti dai loro conti bancari o delle loro società, verso banche svizzere, cipriote o britanniche, ma non ci sono dati ufficiali dettagliati.

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