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Questo articolo è stato pubblicato il 04 maggio 2012 alle ore 18:19.

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Tra il fantasma di una scuola campana, le firme sul diploma di ragionere che a prima (ma anche a seconda) vista sanno di tarocche e la laurea di un ateneo telematico che forse non è mai esistito il percorso di studi del tesoriere della Lega Francesco Belsito assume i contorni di un romanzo di fantascienza. Dopo la laurea in Albania di Renzo Bossi, arrivano ora i sospetti anche sul diploma in ragioneria dell'ex tesoriere Belsito.

Dubbi degli inquirenti sui titoli di studio di Belsito
Il particolare emerge dalle inchieste sui fondi della Lega. I pm, che stanno cercando di capire quali titoli avesse l'ex amministratore per gestire la tesoreria, avrebbero scoperto che la scuola privata a Frattamaggiore (Napoli), dove Belsito sostiene di aver preso il diploma, era già fallita all'epoca. Gli inquirenti nutrono dubbi pure sulla laurea che il tesoriere sostiene di aver conseguito in un'università «telematica». Il tesoriere ai pm: sono un tributarista Da quanto si è appreso, Belsito avrebbe messo a verbale, davanti ai pm milanesi, di essere un «tributarista» e di essersi diplomato in Ragioneria presso una scuola privata a Frattamaggiore.

Gli inquirenti, confrontandosi però con gli investigatori delle altre procure (Milano e Napoli) che indagano sui fondi del Carroccio, avrebbero elementi per ritenere che quella scuola campana, all'epoca in cui l'ex tesoriere dice di essersi diplomato, era già fallita e non esisteva più. Dalle prime analisi, inoltre, risulta che il diploma - che tra l'altro è stato anche acquisito agli atti - potrebbe essere fasullo, perchè le firme apposte sembrano false.

La laurea online in scienze politiche
In più, Belsito avrebbe raccontato agli inquirenti di essersi laureato in scienze politiche all'università telematica (con corsi online) John Kennedy di Milano. Ma anche sull'esistenza di questa università ci sono dubbi. Così dopo i sospetti sulle lauree in Albania del Trota e di Pierangelo Moscagiuro, caposcorta di Rosi Mauro, che potrebbero essere state pagate coi soldi del partito, anche i titoli di studio di Belsito sono finiti «sotto la lente di ingradimento».

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