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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2012 alle ore 17:25.

Si allunga la triste scia di suicidi causati dalla crisi economica. Solo oggi sono stati registrati tre casi: due nel salernitano e uno nel milanese.

Cesate: imprenditore si impicca schiacciato dai debiti
Un imprenditore di 60 anni, titolare di un'azienda in crisi si è impiccato a Cesate. A trovare il cadavere alle 17.30 nei boschi del parco delle Groane sono stati dei passanti che hanno allertato i carabinieri della compagnia di Rho. L'uomo ha lasciato un biglietto in cui ha motivato il suo gesto con la difficoltà a pagare i debiti.

Salerno: operaio si spara al petto
Angelo Coppola, operaio edile di 62 anni, da Natale scorso senza lavoro, si è ucciso con una fucilata al petto nella sua abitazione di San Valentino Torio (Salerno) dove viveva con la moglie e i figli.

Salerno: disoccupato si impicca
Quello di coppola è il secondo suicidio di oggi nel salernitano. Generoso Armenante, un uomo di 48 anni, si è suicidato impiccandosi questo pomeriggio a Salerno. «Chiedo perdono a tutti... Visto che sono un fallito ho deciso di farla finita. Senza lavoro non posso vivere». Il biglietto, d'addio, è stato ritrovato nella tasca dei pantaloni È stata la figlia di 19 anni a scoprire il corpo.

Lo sfratto fatale
Armenante, addetto di un cash&carry della zona industriale del capoluogo, da circa un anno e mezzo, dopo che la ditta da cui dipendeva aveva cambiato proprietà, era senza lavoro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato l'ordine di sfratto dall'alloggio, all'interno della struttura commerciale, che occupava assieme alla famiglia. A fine giugno l'avrebbe dovuto lasciare quella casa dove da circa un mese e mezzo, racconta la sorella, Tina Armenante, «viveva senza luce».

In casa senza luce
Non era riuscito a pagare la bolletta e così gli avevano staccato tutto. «Mio fratello era un uomo di grande dignità e non aveva mai voluto essere aiutato da noi - racconta tra le lacrime la sorella - In passato ha aiutato noi tutti, per noi era un punto di riferimento». Una speranza, costante, Generoso l'aveva: «Di essere riassunto dalla nuova ditta subentrata a quella che lo aveva licenziato. Ci ha creduto fino all'ultimo. Poi, oggi, la fine». L'uomo era legato da rapporto di lavoro con la società Cavamarket S.p.A. (detentrice dell'immobile), recentemente dichiarata fallita e non con l'attuale Caramico S.p.A.

Il ritrovamento del cadavere
A ritrovare il cadavere è stata la figlia di 19 anni con la quale l'uomo, assieme alla moglie, aveva pranzato. Da quanto è trapelato, nulla lasciava presagire che quello sarebbe stato l'ultimo pranzo di Generoso Armenante con la sua famiglia. Alzatosi da tavola il 48enne è uscito dall'abitazione, lasciando il telefonino a casa. La figlia non vedendolo rientrare ha deciso di cercarlo. Lo ha fatto prima nel piazzale del deposito, poi si è incamminata nel capannone e dietro un telo di cellophane ha rinvenuto il corpo senza vita del genitore.

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