Etiopia, il bene ostinato, costruito dal Cuamm
testo e foto di Gigi Donelli
1. Dawè e Ghesào. Adesso sono al sicuro
Adesso siamo al sicuro! – Dawè adesso è al sicuro in un letto d'ospedale. In piedi c'è il marito Ghesào, agricoltore. Seduta accanto a lei c'è invece Fittsum l'assistente sanitaria che svolge anche il compito di interprete tra Dawé, che parla oromiffa - un dialetto degli Oromo - e chi invece parla amarico, prima lingua nazionale, oppure l'inglese usato dai sanitari italiani, americani e olandesi. Dawè adesso è tranquilla. Sa che tra qualche giorno tornerà a Wenchi dai suoi quattro figli che l'attendono con la nonna paterna. Ora è tranquilla ma quando è stata male ha temuto di non farcela. Per un giorno intero ha avuto dolori lancinanti al ventre e perdite. Ha aspettato che suo marito trovasse un mezzo per portarla all'ospedale che dista più di 30 km. Wolisso è cresciuto intorno all'ospedale che ormai è conosciuto anche nella capitale. St.Luke Hospital, Wolisso, South West Shoan Region, Oromìa. Un distretto rurale all'interno della regione federata dell'Oromìa, che è anche la più grande e popolosa della federazione. Solo l'Oromìa è grande quanto l'Italia peninsulare ed ha 29milioni di abitanti. Qui gli ospedali sono centri di salute, di sicurezza, volani di crescita economica e di speranza.
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