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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2012 alle ore 08:07.

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Il presidente del Pasok Evangelos Venizelos, che sta svolgendo le consultazioni per tentare di formare un governo in Grecia ha detto che «segnali positivi» energono dall'incontro con il leader di Sinistra democratica Fotis Kouvelis, il quale si è detto disponibile a entrare in una coalizione di tutte le forze democratiche.

Al quartier generale di Syriza in piazza Eleftheria, ieri pomeriggio erano tutti convinti che oggi il loro leader, Alexis Tsipras, avrebbe rinunciato formalmente al mandato esplorativo per formare un Governo dei partiti anti-austerity, sebbene questi rappresentino il 66% dei voti espressi nel nuovo Parlamento. In serata è arrivata la conferma: «Non possiamo realizzare il nostro sogno di formare un governo di sinistra. Domani rimetterò il mandato al presidente della Repubblica», ha anunciato Tsipras. La "patata bollente" passa così a Evangelos Venizelos, il presidente del socialista Pasok che dovrebbe rinunciare ancor prima di iniziare.

Naturalmente salvo sorprese, mentre Berlino ha ribadito che nulla è cambiato sulla linea del rigore e del rispetto dei patti appena sottoscritti. «Se la Grecia decide di uscire dall'euro, non possiamo costringerla». A dirlo con la consueta franchezza è stato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble. «Saranno loro - ha detto Schäuble - a decidere se restare o no». Parole dure, a cui seguivano quelle di Guido Westerwelle, ministro degli Esteri tedesco, che affermava che «se la Grecia non continua con le riforme gli aiuti non saranno versati».

Ieri intanto Tsipras ha lanciato una proposta provocatoria, chiedendo di poter incontrare il neo-presidente francese François Hollande oggi o domani, in occasione di una visita a Parigi per incontrare il leader della sinistra radicale francese Jean-Luc Melenchon.

Tsipras avrebbe anche voluto incontrare il cancelliere tedesco Angela Merkel, ma le sue speranze sono sfumate sul nascere dopo che le richieste da lui avanzate in questo senso sono state respinte. Il cancelliere tedesco incontra soltanto capi di Stato e di Governo» è stata la secca risposta di un portavoce della Merkel. Da parte sua, un funzionario della presidenza francese ha peraltro affermato che il protocollo dell'Eliseo non consente incontri fra il capo dello Stato e leader di partiti politici.

Intanto Tsipras ha incontrato i leader dei partiti rappresentati in Parlamento con l'esclusione dei neonazisti di Alba dorata. «Non c'è niente da fare: non abbiamo la maggioranza», ha detto Panos Kammenos, leader di Greci indipendenti (che ha ottenuto 33 seggi) dopo l'incontro con il leader della Sinistra radicale che sta conducendo le consultazioni. «Abbiamo constatato - ha detto - che non c'è il numero sufficiente di parlamentari anti-memorandum per costituire una maggioranza e quindi non si può andare avanti. Tutto è rinviato alla riunione dei leader con il capo di Stato Karolos Papoulias».

Anche i socialisti del Pasok si sono rifiutati di entrare a far parte di una coalizione di governo con Syriza, visto che Evangelos Venizelos, numero uno del partito, è proprio l'ex ministro delle Finanze che ha firmato gli accordi che ora Tsipras chiede di respingere. La miglior soluzione per la Grecia, che si trova in una situazione «pericolosa», è un Governo di unità nazionale a favore della permanenza nell'euro. Venizelos, dopo i colloqui con il leader di Syriza Tsipras, ha proposto una collaborazione a formare l'esecutivo di emergenza. L'uscita dall'euro - ha avvertito Venizelos - significherebbe «povertà di massa».

Ma il leader socialista, facendo uno sgarbo istituzionale, ha annunciato anche il suo prossimo incarico come premier designato, anticipando in tal modo il fallimento della missione affidata dal presidente Papoulias al leader della sinistra radicale, ancora impegnato nei colloqui con le altre formazioni.

Inutile anche l'incontro tra il leader di Nea Dimokratia, Antonis Samaras, e Tsipras, l'ultimo della giornata. Il colloquio è durato meno di 15 minuti. Parlando successivamente ai giornalisti, Samaras ha detto che il leader di Syriza non vuole rivedere il Memorandum ma intende rifiutarlo del tutto. «Ma Nea Dimokratia - ha ricordato Samaras - è un partito filo-eupoeista e faremo di tutto per far rimanere la Grecia in Europa e nell'Eurozona». La situazione politica greca e i rapporti con l'Europa si fanno entrambi sempre più complicati.

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