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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2012 alle ore 14:06.

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Arriva il dimezzamento della rata di luglio dei rimborsi elettorali che fanno riferimento alle elezioni che si sono tenute tra il 2008 e il 2011. La commissione Affari Costituzionali della Camera in sede referente ha dato il via libera ad alcuni emendamenti dei relatori Gianclaudio Bressa (Pd) e Peppino Calderisi (Pdl) alla proposta di legge sul finanziamento pubblico ai partiti: passa dal 33% al 50% il taglio della rata dei rimborsi elettorali prevista per luglio. Avrà una detrazione fiscale del 38% chi eroga denaro fra i 50 e i 10mila euro mediante versamento bancario o postale in favore di partiti e movimenti che abbiano almeno un rappresentante eletto alla Camera, al Senato, al Parlamento europeo o a un Consiglio regionale. Per accedere ai rimborsi elettorali, i partiti dovranno avere almeno un candidato eletto sotto il proprio simbolo. Infine, i partiti e i movimenti politici che intendano concorrere alla ripartizione dei rimborsi e dei contributi pubblici sono tenuti a dotarsi di un atto costitutivo e di uno statuto, che sono trasmessi ai presidenti delle Camere. Non passa invece la proposta di sottoporre i bilanci dei partiti ai controlli della corte dei conti.

Per i rimborsi lo statuto diventa obbligatorio
I partiti e i movimenti - si legge nell'emendamento, approvato, dei relatori al testo A-B-C sul finanziamento dei partiti - devono avere uno «statuto conformato a principi di partecipazione democratica, in particolare in materia di scelta dei candidati alle consultazioni elettorali, di diritti delle minoranze, di regolare e trasparente contabilità e di diritti degli iscritti».

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