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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2012 alle ore 21:23.

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Il Cda di Telecom Italia ha deciso di dare avvio al processo di dismissione delle attività nel settore media che fanno capo alla società Telecom Italia Media. Lo comunica una nota del gruppo. Telecom , dunque, dà il via libera formale alla preannunciata vendita de La7 senza però specificare l'eventuale compratore.

Telecom Italia precisa quindi che «nell'ambito del processo di focalizzazione sulle attività core ribadito nel piano Industriale 2012-2014, il consiglio di amministrazione di Telecom Italia ha deciso l'avvio del processo di dismissione delle attività nel settore dei media. Tale dismissione contribuirà al conseguimento dei target di riduzione dell'indebitamento già annunciati».

Telecom Italia ha chiuso il primo trimestre dell'anno con un utile netto in crescita del 10,4% rispetto allo stesso periodo del 2011 a 606 milioni di euro, ricavi in rialzo del 4,5% a 7,392 miliardi (+5,3% in termini organici) e un indebitamento finanziario netto rettificato a 30,312 miliardi (dai 30,414 mld al 31 dicembre 2011). Franco Bernabé, presidente esecutivo di Telecom Italia, spiega che i risultati premettono alla società di «confermare tutti i target di fine 2012» e, in particolare, per quanto riguarda il debito, «la generazione di cassa attesa nei prossimi mesi ci permetterà di raggiungere il target di fine 2012 pari a circa 27,5 miliardi di euro».

La7 diventa una società a sé
A seguire, il Cda di Ti Media - controllata con il 77,7% dalla casa madre - ha dato il via libera a «un'operazione di ristrutturazione societaria - si legge in una nota - mediante separazione degli asset televisivi facendoli confluire in una società ad hoc». La7, dunque, diventa una società a sé. Questa, la conseguenza logica della ristrutturazione societaria che Ti Media sta preparando.

La decisione consegue le decisioni del Cda di Telecom che a sua volta oggi, nella stessa riunione in cui ha approvato i conti, ha deciso l'avvio del processo di cessione del segmento Media.

I conti di Ti Media
Vediamoli, dunque, i conti di questo settore. Telecom Italia Media ha chiuso il primo trimestre con una perdita di 15,7 milioni di euro. «Il peggioramento del risultato del periodo - spiega una nota del gruppo - è principalmente correlato all'incremento dei costi per l'arricchimento del palinsesto di Ti Media-La7».
Solo per fare qualche esempio, sono arrivati nell'ultimo periodo da Serena Dandini a Sabina Guzzanti, da Benedetta Parodi a Corrado Formigli, ed è atteso a giorni il nuovo programma di Fabio Fazio e Roberto Saviano.

I ricavi sono saliti a 57,5 milioni e il margine operativo lordo è risultato negativo per 5,9 milioni di euro. Il risultato operativo è stato negativo per 20,7 milioni. E per il 2012, Ti Media si attende «quantomeno dei risultati in linea con quelli dell'esercizio 2011 in termini comparabili».

Tre potenziali acquirenti per La 7
È proprio l'andamento del mercato e la difficoltà a generare ricavi nonostante gli investimenti a provocare dubbi tra gli analisti sull'appetibilità della rete. Sono solo rumors, ma in questi giorni si è parlato di tre possibili, potenziali acquirenti per l'emittente televisiva.

È emerso in primo luogo il nome del presidente del Gruppo Espresso, Carlo De Benedetti, gruppo che però ha smentito e non solo. De Benedetti infatti aveva nei giorni scorsi pubblicamente tirato il freno a mano sull'acquisto, affermando che l'ad di Telecom Franco Bernabè dovrebbe pregarlo.

In corsa, ci sarebbe anche Urbano Cairo di Cairo Communication, che con La7 ha già uno stretto legame in quanto concessionaria di pubblicità che ha portato nelle casse dell'emittente discreti proventi.

Infine si è parlato del finanziere franco-tunisino Tarak Ben Ammar. Sono circolati, anche se considerati più defilati, i nomi dell'emiro del Qatar, patron di al Jazeera, del gruppo Bertelsmann e di Diego Della Valle.

C'è chi immagina una vendita di La7 e chi ritiene più probabile l'ingresso di nuovi soci nel capitale azionario. A fare la differenza potrebbe essere il prezzo: il valore di mercato di Ti Media, che ha chiuso il 2011 con un una perdita da 83 milioni, in crescita dai 54,4 milioni del 2010, è stimato intorno ai 160 milioni di euro.

Mentana: non mi preoccupa fare Telerepubblica
Si apre ora una fase in cui verranno definite le condizioni per cedere i beni alle migliori condizioni, valutando le eventuali offerte. Per chi lavora a La7, compresi i tanti nomi noti arrivati nella campagna acquisti degli ultimi anni, la notizia non può non generare incertezza per il futuro, anche se due volti importanti come Enrico Mentana e Gad Lerner si dicono tranquilli sulla salvaguardia della qualità del prodotto.

«Non sono per nulla preoccupato. Trattandosi di una libera messa sul mercato di un asset così importante, il venditore sicuramente inserirà tra i criteri di scelta dell'acquirente la salvaguardia della qualità e delle prospettive del canale», dichiara il direttore del TgLa7 Enrico Mentana.

Quanto ai possibili acquirenti, «se verrà De Benedetti - aggiunge Mentana - sarà bene accetto. Non mi preoccupa fare Telerepubblica, anche perché non so cosa voglia dire. Repubblica è un giornale di fronte a cui togliersi il cappello».

Anche sull'ipotesi di compratori vicini a Silvio Berlusconi, Mentana esprime tranquillità. «Vicini a Berlusconi o no, non conta nulla» afferma. «Quando devi fare un prodotto che vende non importa che sia di destra o di sinistra, importa che sia a vantaggio degli spettatori. Servono investimenti e capacità imprenditoriale».

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