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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2012 alle ore 15:56.

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Per i due marò altre due settimane di carcere. Respinta la richiesta di libertà su cauzionePer i due marò altre due settimane di carcere. Respinta la richiesta di libertà su cauzione

I due marò restano in carcere, almeno per ora. Il tribunale di Kollam ha respinto la richiesta di libertà su cauzione per Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, accusati dalle autorità del Kerala di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati. Chiamato a commentare la notizia, il portavoce della Farnesina, Giuseppe Manzo, ha annunciato che «i legali della difesa, d'intesa con gli esperti italiani in India, stanno preparando un ricorso, che verrà presentato la prossima settimana».

Stamattina i militari italiani sono andati davanti al giudice istruttore di Kollam, che ha esteso di altri 14 giorni la carcerazione preventiva. Nella stessa udienza, è stata avanzata la richiesta di libertà dietro cauzione da parte dei loro avvocati.

Come hanno sottolineato fonti che seguono da vicino il dossier, «per una sorta di vincolo procedurale» il giudice istruttore di Kollam non aveva i poteri reali per concedere la libertà su cauzione ai connazionali.

La richiesta del team legale italiano è quindi stata respinta «per ragioni di competenza», senza che il magistrato entrasse nel merito.

Da oggi pomeriggio non ci si aspettava una svolta reale sull'uscita dal carcere dei due militari italiani, che il 15 febbraio scorso - quando furono uccisi i pescatori nelle acque dell'Oceano Indiano - erano impegnati in una missione di scorta anti-pirateria alla petroliera Enrica Lexie.

La delibera di oggi del magistrato di Kollam ha però dato agli avvocati di Latorre e Girone la possibilità di «ricorrere a un'istanza superiore, in vista di uno sviluppo positivo nei prossimi giorni» come hanno illustrato le fonti vicine al dossier.

Durante il briefing settimanale con la stampa, il portavoce della Farnesina ha confermato che la richiesta di libertà su cauzione per Latorre e Girone è una «novità intrapresa dal team della Difesa perché, nel frattempo è intervenuto uno sviluppo positivo: la sentenza della scorsa settimana con cui la Corte Suprema ha invitato le autorità del Kerala a mettere i nostri militari in una condizione adeguata al loro status» di ufficiali dello Stato italiano.

Ma non solo, nella stessa decisione, ha sottolineato ancora Manzo è «stata riconosciuta alle parti la possibilità di avanzare la richiesta del rilascio su cauzione senza che questa comporti alcun pregiudizio delle posizioni legali e giuridiche» nei diversi procedimenti giudiziari che riguardano i connazionali in India, soprattutto per quanto riguarda la questione della «giurisdizione» del caso.

Quanto alla decisione di estendere la carcerazione preventiva fino al 25 maggio, è stata presa oggi dal magistrato in attesa che il gruppo di indagini speciali (Sit) della polizia del Kerala presenti i capi di accusa nei confronti di marò. E per farlo, i poliziotti hanno in realtà un termine più vicino, il 19 maggio, quando scadranno i tre mesi limite massimo della detenzione provvisoria. Ora la palla passa, insomma, ai poliziotti chiamati con urgenza alla chiusura delle indagini.

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