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Questo articolo è stato pubblicato il 12 maggio 2012 alle ore 18:03.

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Il ministro della Giustizia Paola SeverinoIl ministro della Giustizia Paola Severino

«Sull'anticorruzione il governo andrà fino in fondo». Parola di Paola Severino. Che all'indomani della frattura nella maggioranza e alla vigilia del voto in commissione ribadisce la «priorità» della riforma per il governo, «rispetto alla quale ciascuno si deve assumere le proprie responsabilità». Il ministro della Giustizia crede ancora nel «dialogo» e perciò ora considera improprio parlare di fiducia. Ma avverte: «Questo governo non è stato nominato per sopravvivere stentatamente, rinunciando a parti fondamentali del programma».

Appena rientrata dal Consiglio dei ministri, dove ha incassato l'assunzione di 325 magistrati e 4,4 milioni di euro per tagliare del 50-60% i tempi della giustizia civile al Sud, la Severino accetta di affrontare il nodo politico dell'anticorruzione, sintetizzato così dai titoli dei giornali: «Riforma a rischio».

Lei è il più tecnico dei ministri tecnici del governo tecnico, ma ritiene possibile gestire solo tecnicamente una fase così delicata per l'Italia, senza assumersi la responsabilità politica su una questione centrale per la crescita, come la corruzione?
Ho l'abitudine di assumermi le mie responsabilità tecniche per la parte tecnica, politiche per la parte che mi compete, che è dare priorità ad alcune scelte legislative, esattamente come ho fatto, ad esempio, per carceri, accelerazione e recupero dell'efficienza nel settore civile, creazione del tribunale delle imprese.

Già, ma sulla corruzione la maggioranza è divisa, scarica sul governo e sembra voler scaricare persino il governo: il Pdl dice che non sente più alcun vincolo di maggioranza...
Mi auguro che siano state parole a caldo. D'altra parte, da quanto ho letto mi sembra che Silvio Berlusconi abbia dato indicazioni diverse.

Non crede che la riforma della corruzione sia anche un dovere politico e morale verso i cittadini onesti, un tema su cui o si sta in piedi o si cade?
Non solo io, ma l'intero governo ritiene che la lotta alla corruzione rappresenti un punto fondamentale del programma di ripresa economica e di rispetto della legalità. Io l'ho indicata fin dai primi interventi come una priorità e mi pare che il tempo e le energie dedicate a coltivare questo progetto, sia in Parlamento che nelle fasi preparatorie, lo provino concretamente. Mi piace però percorrere tutte le vie del dialogo prima di pensare ad ultimatum. Confido quindi, ancora, nella ragionevolezza dei partiti, o quanto meno di quelli della maggioranza. Certo, non mi pare che questo governo sia stato nominato per sopravvivere stentatamente, rinunciando a parti fondamentali del programma. Quindi andremo fino in fondo.

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