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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2012 alle ore 17:47.

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«Siamo molto contenti di essere stati scelti per realizzare questa incredibile opera di recupero della Costa Concordia». La nave, incagliata dal 13 gennaio dopo il naufragio, sarà rimessa a galla entro «febbraio 2013» e sarà trasportata in un porto da definire, per essere poi demolita. Lo ha sottolineato Silvio Bartolotti, general manager di Micoperi, l'azienda italiana che con l'americana Titan Salvage (leader mondiale nel recupero dei relitti) ha costituito un consorzio per eseguire i lavori.

Clini: operazione mai tentata prima d'ora
Il progetto presentato nel corso di una conferenza stampa a Roma - che «configura una operazione mai tentata prima d'ora», ha commentato il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini - partirà già la prossima settimana e durerà 12 mesi. Operazioni che, ha confermato oggi il commissario delegato per l'emergenza della Costa Concordia, Franco Gabrielli, e il direttore generale di Costa Crociere, Gianni Onorato, appaiono particolarmente complesse e uniche per le dimensioni della nave.

L'unica scommessa è il tempo
«Tutti i calcoli matematici sono stati fatti, il risultato per noi è certo e l'unica scommessa è il tempo», ha detto Bartolotti. Spiegando che si cercherà di portarla via «molto prima: nel mondo dicono che ci vuole almeno un anno-un anno e mezzo, ma sono sicuro che faremo in anticipo».

Maltese: l'operazione costerà più di 300 milioni di euro
Per Beniamino Maltese, direttore finanziario di Costa Crociere, il costo delle operazioni sarà «forse più che non meno» i 300 milioni di dollari ipotizzati nelle ultime settimane. Il piano è stato selezionato da un comitato tecnico di valutazione composto da esperti in rappresentanza di Costa Crociere, Carnival Corporation & plc, London Offshore Consultants e Standard P&I Club, con la collaborazione di Rina e Fincantieri. Il progetto rispetta i requisiti richiesti dalle autorità italiane: rimozione intera del relitto, minor rischio e minor impatto ambientale possibile, salvaguardia delle attività turistiche ed economiche dell'isola, massima sicurezza degli interventi.

Gabrielli: un osservatorio per il monitoraggio dei lavori
L'Italia «non ha firmato una cambiale in bianco», ha assicurato il commissario per l'emergenza, Franco Gabrielli, e, dunque seguirà «passo passo» le operazioni per la rimozione della Costa Concordia, con «verifiche e controlli» praticamente quotidiani. E ha annunciato che è già stata firmata un'ordinanza che istituisce un Osservatorio per monitorare ogni fase dei lavori.

Sessanta pali a sostegno delle operazioni ingegneristiche
Le fasi operative, é stato annunciato, saranno quattro e partiranno già la settimana prossima con i carotaggi per la posa in mare dei pali, in tutto 60, che serviranno come una sorta di intelaiatura per le operazioni ingegneristiche. Eviteranno alla Costa Concordia di scivolare verso il fondale di 50 metri di profondità e ancoreranno la piattaforma subacquea che verrà utilizzata per rimettere in galleggiamento lo scafo. Le trivellazioni per saggiare la consistenza della roccia del fondale - propedeutiche a capire che tipi di pali dovranno essere utilizzati - inizieranno «entro sette giorni al massimo».

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