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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2012 alle ore 10:00.
L'ultima modifica è del 20 maggio 2012 alle ore 10:05.

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Indagini a 360°, tra le piste terrorismo, atto di mafia, o il gesto di un folleIndagini a 360°, tra le piste terrorismo, atto di mafia, o il gesto di un folle

Atto di terrorismo, attentato della criminalità organizzata, o il gesto isolato di un folle. Nessuna pista investigativa è esclusa da Forze dell'ordine e inquirenti, subito mobilitati per dare un volto agli attentatori di Brindisi. A poche ore dall'esplosione della bomba che ha portato la morte tra gli studenti dell'istituto professionale femminile Morvillo Falcone le indagini si muovono a 360 gradi.


Potrebbero aversi già oggi i primi risultati: «Abbiamo delle buone immagini», ha dichiarato domenica mattina all'Ansa il procuratore della Repubblica a Brindisi, Marco Dinapoli. «Non ce le hanno regalate ce le siamo andate a cercare. Immagini che possiamo ricollegare con quasi certezza all'attentato». Il procuratore ha convocato una conferenza stampa in procura per fare il punto sulle indagini.

Perquisizioni in corso
i filmati utili si è parlato già poche ore dopo l'attentato, quando gli investigatori hanno acquisito tutte le immagini registrate dalle telecamere nei pressi della scuola. In particolare, gli investigatori - dopo aver guardato centinaia di immagini - avrebbero trovato elementi di interesse nei filmati di una videocamera posta nei pressi di un esercizio commerciale non troppo distante dal punto in cui è scoppiato l'ordigno.

Di Napoli ha confermato che già da ieri è stata condotta una intensa attività investigativa che ha compreso l'interrogatorio di diverse persone e
perquisizioni e controlli in vari luoghi della città e della provincia di Brindisi.

Antiracket locale sotto tiro
Tra le ipotesi in corso di approfondimento, il possibile legame con un altro attentato avvenuto a Mesagne, la notte tra il 4 e 5 maggio scorso, quando è stata danneggiata da una bomba la macchina del presidente della locale associazione Antiracket. Tra l'altro oggi era in programma a Brindisi il passaggio della carovana antimafia. Il 9 maggio la polizia sempre a Mesagne ha smantellato una organizzazione mafiosa legata alla Sacra Corona Unita. Sedici persone sono finite in carcere per associazione mafiosa, estorsione e droga. Anche in questo caso però le indagini però sono solo all`inizio.

La prudenza del Viminale
Sono poi giunti in Puglia gli uomini dello Sco che aiuteranno un pool di investigatori a ricostruire la matrice dell'episodio, senza precedenti nella storia italiana. Tra le prime ad essere prese in considerazione è senz'altro la «pista mafiosa». «In un momento di grande difficoltà del sistema - fanno notare fonti dell'Intelligence - le organizzazioni criminali vogliono far sentire la loro forza sul territorio». L'attentato di Brindisi costituisce comunque un fatto anomalo, come sottolineato anche dal ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri, che invita alla prudenza prima di fare qualunque ipotesi. La seconda pista è quella del terrorismo. Anche in questo secondo caso sono tanti i dubbi. I terroristi infatti colpiscono altri obiettivi, quelli che rappresentano le istituzioni. Non è esclusa neanche l'ipotesi che l'esplosione sia stata provocata da un folle: un`azione dimostrativa premeditata per attirare l'attenzione sulla scuola e su Brindisi.

Indagini coordinate
Alla prima riunione di ieri mattina in Procura a Brindisi con le forze di polizia per concordare le strategie di indagine sull'attentato ha partecipato anche il procuratore della distrettuale antimafia di Lecce, Cataldo Motta, mentre il Viminale ha inviato sul posto il vicecapo della polizia, prefetto Francesco Cirillo e i responsabili degli organismi centrali di investigazione di Polizia e Carabinieri per il coordinamento delle indagini. Lo stesso ministro Cancellieri presiederà lunedì alle 15 a Brindisi una riunione del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica.

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