Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2012 alle ore 16:55.

My24

Alle 19 ha preso forma la consueta delusione del secondo turno. Il drastico calo dell'affluenza può avere molteplici cause: dal maltempo al clima innaturale di una giornata resa amara dal tragico terremoto in Emilia. Eppure, dicono i pessimisti, non si sfugge all'impressione che una volta di più gli italiani abbiano dimostrato la loro scarsa propensione verso un modello elettorale che altrove dà ottime prove di sé.

Fuga dalle urne
La differenza è che in Francia, alle presidenziali dell'altra domenica, al ballottaggio hanno votato quasi gli stessi elettori del primo turno. Da noi, tende a verificarsi una parziale fuga dalle urne che certo non incoraggia coloro che vorrebbero riproporre il sistema a doppio turno anche per le elezioni politiche. Anche se in quel caso le motivazioni sarebbero diverse da quelle di un semplice voto amministrativo. Vedremo domani in chiusura dei seggi come saranno le percentuali definitive. C'è da dire che stamane il calo dell'affluenza era solo del 2 per cento. Segno che chi voleva votare è andato alle urne di buon mattino. Poi l'astensione è aumentata, con variazioni da città a città e con una media di meno 9 per cento.

Parma e l'offensiva dei "grillini"
Va sottolineato il caso di Parma. A mezzogiorno, non c'era quasi differenza fra primo e secondo turno. Alle 19, con un dato quasi in controtendenza, erano invece andati al voto il 37,7 dei cittadini contro il 40,25 del primo turno. Non male per Vincenzo Bernazzoli, il candidato del Pd. Per lui era fondamentale dare il segno o l'indizio che l'elettorato non stava disertando. E così è stato. Il calo di Parma è molto più contenuto della media nazionale. Dunque se le percentuali continueranno a essere soddisfacenti anche domani, al di là di un calo fisiologico nel secondo turno, può darsi che a Parma l'offensiva dei "grillini" sarà contenuta e rigettata. In ogni caso, resta difficile anticipare le tendenze di fondo dell'elettorato. Nei giorni scorsi in città la sensazione era di un braccio di ferro molto serrato. Con il candidato del Movimento Cinque Stelle in grado di cogliere comunque un risultato clamoroso, anche senza la conquista del municipio.

Indicazioni politiche da non sottovalutare
In ogni caso, affluenza a parte, si può dire che questo secondo turno dovrà dare soprattutto tre indicazioni politiche che nessuno potrà sottovalutare. La prima riguarda l'effettivo margine di crescita del movimento, diciamo così, "anti-politico". Il 6-7 maggio i seguaci di Beppe Grillo hanno goduto dell'effetto sorpresa. O, se si vuole, si sono avvantaggiati dello stato d'animo di un elettorato desideroso di esprimere un voto di protesta, mandando alla classe politica un segnale d'insofferenza. Ora però è un po' diverso. Nella logica del doppio turno c'è che la seconda volta si esprime un voto più pensato: un voto "costruttivo", se così si può dire. Quando capita - ed è raro - che il candidato più radicale arrivi al ballottaggio, in genere egli viene sconfitto da un avversario che parla il linguaggio più equilibrato. Non è detto che stavolta vada così, almeno a Parma. Ed è questo elemento che rende l'elezione in quella città così anomala e gravida di conseguenze anche per gli scenari nazionali. Se Grillo espugna Parma, si prepara a recitare da protagonista i prossimi mesi concitati che ci separano dalle elezioni politiche del 2013. Se perde, soprattutto se sconfitto di misura, manterrà il suo seguito e la sua presa nell'opinione pubblica, ma si ritaglierà un ruolo meno dirompente, meno destabilizzante sugli equilibri nazionali.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi