Ecco le poesie dei talebani. Anche i cattivi amano i versi (prima di loro Stalin, Khomeini e Karadzic)
di Guido De Franceschi 23 maggio 2012
2. Le poesie dei talebani
Le poesie dei talebani – raccolte in volume da Alex Strick van Linschoten e Felix Kuehn, che hanno trascorso qualche anno nella città di Kandahar – nascono perlopiù come produzione orale, vengono registrate con gli smartphone, e poi circolano da telefono in telefono fino ad approdare talvolta sui siti web della galassia fondamentalista. Come ha scritto sul New York Times Faisal Devji, studioso del St. Anthony's College e prefatore di "Poetry of the Taliban", "queste poesie non sono meramente propagandistiche; esse vanno al di là delle dure posizioni politiche dei talebani per formare un ponte verso ciò che sta fuori dal loro movimento. Il resto del mondo dovrebbe prestare attenzione, perché è probabile che gli ideali in esse espressi sopravvivano all'‘insurrezione' più di ogni comunicato dei talebani e che giochino un ruolo nella riedificazione dell'Afghanistan".
©RIPRODUZIONE RISERVATA