Ecco le poesie dei talebani. Anche i cattivi amano i versi (prima di loro Stalin, Khomeini e Karadzic)
di Guido De Franceschi 23 maggio 2012
7. Sarajevo poesia di Karadzic
Sento i fili della sfortuna
mutati in uno scarafaggio come se un vecchio cantante
fosse frantumato dal silenzio e mutato in una voce.
La città brucia come un pezzo di incenso
nel fumo rimbomba la nostra coscienza.
Abiti vuoti scivolano giù per la città.
Rossa è la pietra che muore, edificata in una casa. La peste!
Calma. L'esercito di pioppi armati
marcia su per la collina.
L'aria che aggredisce scompiglia tempestosamente le nostre anime
e una volta che sei umano allora sei una creatura dell'aria.
So che questi sono tutti i preparativi del grido:
Che cosa ha per noi il metallo nero nel garage?
Guarda come la paura si è trasformata in un ragno
Che cerca la risposta nel suo computer.
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