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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2012 alle ore 18:46.

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Domenica di Pentecoste per la Chiesa. La prima in Vaticano dopo lo scoppio delle crisi-gemelle al vertice dello Ior e per la cattura del presunto "corvo" che avrebbe trafugato documenti dalla ristretta cerchia papale.
Una crisi senza precedenti, sia per la gravità dei fatti che per le modalità con cui è sta svolgendo. In sostanza tutto sotto i riflettori, quasi in presa diretta.

E non grazie a talpe, ma per specifica volontà dell'oggetto, quindi della Curia. Tutti sanno che in queste ore si stanno intensificando le ricerche da parte della Gendarmeria, con operazioni di intelligence che prevedono intercettazioni, e se serve pedinamenti e perquisizioni. Ora che la caccia al corvo è partita si deve concludere nel più breve tempo possibile, anche perché nessuno crede che Paolo Gabriele, il maggiordomo papale, possa aver agito da solo (ammesso che lui stesso sia veramente colpevole, fatto su cui si nutre più di un dubbio da parte di chi vive dentro le mura leonine). Quindi massimo clamore ai fatti che avvengono nella caccia all'uomo, e lo stesso sembra valga per lo Ior, visto che è stato lo Ior – e in particolare il consigliere-segretario Carl Anderson, il "Supreme Knight of Columbus" – a diffondere il documento con cui Gotti è stato licenziato (e non si è dimesso, come notano in Vaticano). La domanda che si fanno gli osservatori vaticani è quando dalla Sacre Stanze si riterrà di intervenire direttamente.

Il Papa ha parlato sia sabato che oggi attraverso parole evangeliche, ma forse tutti si aspettano gesti forti e concreti. Non tanto sulla specifica questione della banca vaticana o la caccia agli altri corvi, quanto all'interna governance della Curia, che deve affrontare l'ennessima crisi, una delle tante di questo pontificato, sempre più eclatanti e sempre più frequenti. Forse qualche indicazione arriverà in occasione del grande evento che si terrà il prossimo fine settimana a Milano, la giornata Mondiale delle famiglie.

«Ci sono situazioni che colpiscono e addolorano ma la fiducia e la presenza del Signore non vengono mia meno» ha detto il presidente della Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, prima della messa per il pellegrinaggio del mondo del lavoro al Santuario di Nostra Signora della Guardia, in riferimento alla vicenda del maggiordomo del papa. Una fonte vaticana precisa: «Il licenziamento del presidente dello Ior non è relativo ad una guerra in corso tra cardinali, ma solo a specifiche vicende interne alla banca, come si legge nel documento». E infatti sembrerebbe del tutto inutile andare a cercare altri motivi, visto che il documento ne fornisce tanti (nove punti) e tutti molto gravi. Ma allo stesso tempo – si ribatte da altra fonte – sono anche un po' generici, e attengono perlopiù a comportamenti, per quanto gravi possano essere ritenuti. Alla base di tutto quindi si era rotto un rapporto fiduciario, che è stato risolto con un clamore senza precedenti. Ora la commissione cardinalizia, presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone, dovrà stringere sulla nomina del successore di Gotti, esaminando le proposte che arriveranno dal consiglio di sovrintendenza, ora ridottosi a quattro persone.

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