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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2012 alle ore 10:50.

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L'ex segretario generale dell'Onu, Kofi Annan, arriverà in giornata a Damasco dove martedì incontrerà il presidente della Siria, Bashar al-Assad. Oggi stesso Annan, inviato speciale congiunto delle Nazioni Unite e della Lega Araba, sarà ricevuto dal primo ministro siriano, Walid Mouallem.

Ieri sera in un vertice last minute il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha condannato duramente il governo siriano per il massacro di Houla, dove sono morti almeno 108 civili, tra cui decine di bambini. In una dichiarazione approvata all'unanimità al termine di una riunione d'urgenza a New York, i 15 stati membri hanno denunciato all'unanimità «una serie di bombardamenti dei carri armati e dell'artiglieria governativa contro una zona residenziale» intimando a Damasco di porre fine immediatamente all'uso di armi pesanti nelle città siriane ribelli e di ritirare le sue forze da queste città. Dopo tre ore di duro confronto, anche la Russia, principale alleato del presidente Bashar al-Assad, é tornata sui suoi passi dopo aver dichiarato di non ritenere responsabile il governo della strage.

Si combatte ancora
L'offensiva delle truppe governative siriane ieri ad Hama, nel centro della Siria, ha fatto almeno 33 morti: è quanto ha riferito l'Osservatorio siriano sui diritti umani, spiegando che tra le vittime figurano anche sette bambini con meno di 16 anni. Secondo l'organizzazione non governativa con sede a Londra, la città è stata attaccata dall'artiglieria pesante: anche cinque donne e quattro disertori sono stati uccisi. Il nuovo bilancio sulle vittime ad Hama porta ad almeno 48 il numero complessivo dei morti di ieri in tutto il paese.

Diplomazia al lavoro e il piano della Casa Bianca
Anche il ministro degli Esteri Giulio Terzi ha parlato di "un orribile massacro di civili inermi", aggiungendo di essere "in contatto con i partner europei e della regione maggiormente interessati alla crisi in Siria per discutere degli ultimi drammatici sviluppi, a margine della conferenza internazionale sulla Somalia che si aprirà a Istanbul giovedì 31 maggio".
Intanto secondo il New York Times il presidente americano Barack Obama starebbe pensando ad una soluzione sul modello yemenita: l'esilio di Bashar Al Assad e la permanenza al potere di una parte delle personalità della sua cerchia. Il quotidiano statunitense riferisce che Obama avrebbe già discusso la sua idea con il primo ministro russo Dmitri Medvedev, in occasione del recente vertice del G8 a Camp David e si appresta a parlarne direttamente con il presidente Vladimir Putin durante l'incontro che i due capi di Stato avranno il mese prossimo.
Anche il ministro degli esteri britannico William Hague si é pronunciato "assolutamente nauseato" dalla strage e ha ricordato che la Gran Bretagna "ha il potere" di bloccare i dignitari siriani che volessero venire a Londra per le Olimpiadi.

L'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea, Catherine Ashton, si è detta «inorridita dalle notizie del brutale massacro». In un comunicato diffuso nella notte, il capo della diplomazia europea ha «condannato questo atto efferato perpetrato dal regime siriano contro il suo stesso popolo nonostante l'accordo per il cessate il fuoco e la presenza degli osservatori Onu» invitando le potenze mondiali a continuare a «parlare con una sola voce per chiedere la fine dello spargimento di sangue e le dimissioni di Bashar Assad al fine di consentire una transizione democratica» nel Paese.

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