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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2012 alle ore 12:55.

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Valentino TavolazziValentino Tavolazzi

Cinquantuno anni da compiere a settembre, una laurea in ingegneria e un passato come consulente aziendale. Poi l'approdo nelle istituzioni, come direttore generale del comune di Ferrara sotto la Giunta Sateriale (Pd) conclusasi a porte in faccia reciprocamente sbattute e una buonuscita milionaria a un anno dalla nomina. È qui, a questo punto della vita di Valentino Tavolazzi, l'uomo che ha spaccato l'apparente infrangibilità del Movimento 5 Stelle, che viene traccia la sottile linea rossa tra il ‘vecchio compagno' e il nuovo ‘grillino'.

Attivista del Movimento fin dal 2006, ricordano le cronache, Tavolazzi, che è stato eletto in Consiglio Comunale a Ferrara, a marzo è stato cacciato fuori dallo stesso Grillo. L'accusa: non rispettare lo spirito e le norme del ‘non statuto'.

Da quel momento è iniziata una specie di guerra civile nel M5S: da una parte Tavolazzi e molti suoi sostenitori, dall'altra Grillo e Gianroberto Casaleggio (da tutti indicato come l'eminenza grigia del Cinque stelle). Storia brutta di intrighi e complotti, di panni sporchi che sono finiti ad asciugare al sole a causa della volontà di Federico Pizzarotti, primo sindaco grillino della storia d'Italia, di chiamare Tavolazzi come suo direttore generale in Comune.

Tavolazzi ci va o no a Parma?
Certo, se Federico non cambia idea io gli ho dato la mia disponibilità e la riconfermo.
Ma Grillo non la vuole…
Non credo che sia Beppe a non volermi. Nella mano che ha scritto il post contro di me io ci vedo Casaleggio, non Grillo.
Va bene, ma allora cos'ha Casaleggio contro di lei, cosa gli ha fatto per farlo tanto arrabbiare?
Chi io? Ma niente. Casaleggio io l'ho visto una volta in vita mia. Credo però che a questo punto della sua storia il Movimento debba fare un salto di qualità. Mi spiego meglio: le decisioni interne al Movimento, come dal momento della sua nascita, devono venire prese, ancor più di prima, dagli attivisti attraverso quel processo di democrazia interna che ci caratterizza. Ecco credo che Casaleggio abbia dei problemi su questo punto.
Scusi, ma perché è tanto sicuro che sia Casaleggio a non volerla e non Beppe Grillo?
Guardi io Beppe lo sento sempre. Lui è davvero un grande per noi: quello che ha fatto per l'Italia è straordinario. A tutt'oggi abbiamo un ottimo rapporto e ci sentiamo sempre. Io gli ho ribadito la mia disponibilità a lavorare per il Movimento, cosa che in effetti è avvenuta perché nonostante l'espulsione io ho continuato a dare una mano anche in campagna elettorale.
Ma Grillo continua a dire no alla sua nomina a direttore generale, come se lo spiega?
Anche i grandi come lui possono commettere degli errori di valutazione e fidarsi delle persone sbagliate. Comunque nonostante questo ‘no', non credo che sia ancora detta l'ultima parola circa la mia nomina. Per parte mia desidero che Federico (Pizzarotti, ndr), agisca nel modo migliore per il bene del suo Comune. Il resto conta poco.
Ma quindi la decisione finale sul suo incarico a chi spetta?
Al sindaco, ovviamente.
Si ma qua sembra che sul sindaco vengano fatte molte pressioni. Pressioni dalle quali, tra l'altro, non è che il Movimento 5 Stelle, esca benissimo. Sembra un tutti contro tutti, altro che il nuovo della politica.
Ho la massima fiducia in Pizzarotti anche se è vero che delle pressioni ci sono state ed è vero che quello che sta succedendo, e che va contro il quarto articolo del ‘non statuto', sta provocando una frattura nel Movimento.
Tutta colpa del ‘guru del guru'?
Ripeto. Non credo che Beppe ce l'abbia con me, me lo dice sempre: «Valentino, non è una questione personale con te, solo che è andata così». Tragga lei le conclusioni, il Movimento lo sta facendo.

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