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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2012 alle ore 07:59.

Le banche devono tagliare costo del lavoro e stipendi
Il Governatore respinge le critiche alle banche accusate di essere disattente all'economia, ma sottolinea che è necessario ripensare la capacità di offerta dei sistemi bancari. Le banche, dice, devono tagliare i costi, in particolare quello del lavoro, con una riduzione dei compensi anche per i top manager. Vanno poi snellite le strutture dei gruppi: «i primi dieci contano complessivamente 1.136 cariche». Da riconsiderare l'economicità del modello distributivo (gli sportelli) quando ormai i conti online sono 14,3 milioni.

L'Osservatorio del credito non interferisca con le valutazioni degli intermediari
L'Osservatorio sul credito, introdotto dal decreto sulle commissioni bancarie varato definitivamente dalla Camera lo scorso 17 maggio, «può contribuire ad accrescere le informazioni sul finanziamento dell'economia. L'attività di questo istituto non deve creare le condizioni per interferenze esterne nelle valutazioni svolte dagli intermediari sul merito di credito della propria clientela».

Frenata dei prestiti alle imprese
Negli ultimi dodici mesi i prestiti delle banche italiane al settore privato sono aumentati dell'1,3 per cento. Quelli alle imprese italiane hanno rallentato dalla primavera 2011 e si sono bruscamente contratti nello scorso dicembre, per oltre 20 miliardi». Il Governatore della Banca d'Italia ha sottolineato che le sofferenze bancarie «sono tornate ad avvicinarsi al 2 per cento. Sono cresciuti anche i prestiti classificati tra gli incagli, quelli ristrutturati e quelli scaduti. Il peggioramento della qualità del credito ha interessato soprattutto i finanziamenti alle imprese". Da parte della Vigilanza, tuttavia, «non sono stati riscontrati diffusi fenomeni di sostegno protratto a imprese senza prospettive».

Crescono gli acquisti di titoli di Stato da parte delle banche
Il numero uno di palazzo Koch ha sottolineato che nei primi tre mesi dell'anno le banche italiane hanno effettuato acquisti netti di titoli di Stato per 70 miliardi, di cui circa un terzo per scadenze inferiori all'anno. L'accumulo di attività a breve consentirà loro «di far fronte all'eventuale mancato rinnovo delle obbligazioni in scadenza, di accompagnare la ripresa della domanda di credito». Ristabilire condizioni ordinate sul mercato del credito «é essenziale per le prospettive della nostra economia». Il balzo dello spread e le difficoltà sul fronte della liquidità che hanno portato a un aumento del costo del credito «hanno determinato finora un effetto depressivo» sull'economia italiana di «circa un punto percentuale».

Avanti con le dismissioni per ridurre il debito pubblico
Visco ha sotolineato che il governo deve usare le dismissioni di attività pubbliche per ridurre il debito. «I margini disponibili per ridurre il debito - ha affermato il governatore - anche con la dismissione di attività in mano pubblica vanno utilizzati pienamente».

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