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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2012 alle ore 20:04.
L'ultima modifica è del 31 maggio 2012 alle ore 17:54.
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Ma proprio ieri, alla vigilia della partenza della Nazionale italiana per Zurigo dove domani sera affronterà la Russia, il ct azzurro Cesare Prandelli, a proposito dell'inchiesta sul calcioscommesse, ha parlato in maniera molto imprudente di «quaranta sfigatelli». Insomma, come nel 2006 ai Mondiali di Germania la nazionale parte con un fardello pesantissimo. Anche se questa volta - ha sottolineato Daniele De Rossi - ««è peggio del 2006».
Intanto, dopo gli interrogatori di ieri, il gip Guido Salvini dovrà decidere se concedere la scarcerazione al capitano della Lazio Stefano Mauri e all'ex calciatore del Genoa, Omar Milanetto, ambedue arrestati nel blitz di lunedì scorso. Nel processo sportivo in corso a Roma, l'Atalanta (il capitano Doni fu arrestato un anno fa all'inizio dell'inchiesta, ndr) ha chiesto di patteggiare una penalità di due punti e 25mila euro di multa. Doni una squalifica di due anni.
L'informativa della Gdf, datata 13 giugno 2011, è allegata ad una lettera che il pm di Torino Cesare Parodi invia alla procura di Cremona dopo che nella prima fase delle indagini dei pm lombardi sul calcioscommesse, era uscito il nome del portiere della Juve. Nella lettera il pm di Torino chiede a Cremona di inviargli le notizie relative a Buffon «in quanto questo ufficio ha in corso accertamenti al riguardo, relativi ad ingenti somme di denaro che lo stesso Buffon avrebbe utilizzato per scommesse presentate, avvalendosi di soggetti terzi».
Nell'informativa, il nucleo di polizia tributaria di Torino scrive che al reparto è arrivata una «segnalazione di operazioni sospette» riguardante il capitano della Nazionale. Dagli accertamenti svolti dalla banca e inviati alla Gdf, si legge nell'informativa, è emerso che «un conto corrente intestato a Buffon Gianluigi ha registrato un'anomala movimentazione caratterizzata dall'emissione, nel periodo gennaio 2010-settembre 2010 di 14 assegni bancari, di importi tondi compresi tra 50mila e 200mila euro, per un totale di 1.585.000 euro, tutti a favore di Massimo Alfieri (titolare di tabaccheria a Parma, abilitata, tra l'altro, alle scommesse calcistiche».
L'avvocato di Buffon, Marco Valerio Corini, contattato dalla banca - si legge ancora nell'informativa, «a tutela della privacy del suo assistito, non ha voluto dettagliare le ragioni dell'operatività segnalata». «Lo stesso - prosegue - si è limitato a descrivere il beneficiario degli assegni, come persona di assoluta fiducia, spiegando che i trasferimenti di liquidità sono volti a tutelare parte del patrimonio personale di Buffon».
Ma la banca, conclude l'informativa, «ipotizza che le liquidità possano essere oggetto di scommesse vietate».
Buffon sulla fuga di notizie: risponde Ingroia
Nei giorni scorsi Buffon si era lamentato per le fughe di notizie dalle Procure che stanno conducendo l'inchiesta sul calcio scommesse, accusando di fatto i Pm per «i blitz annunciati». Oggi, gli ha risposto il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia, che ha criticato le parole del capitano azzurro sui pm, colpevoli secondo il calciatore di dar vita a fughe di notizie dopo gli interrogatori.
Un'uscita a vuoto
«Le ho lette, che tristezza - ha detto a "Un giorno da pecora" su Radio2 - mi aspetterei dal capitano della nazionale che si preoccupi dello scandalo del calcio, più che puntare il dito accusatore». È stata un'uscita a vuoto, per usare una metafora calcistica? «Abbastanza, gli è capitato spesso negli ultimi tempi. È stata un'uscita a piedi uniti che meriterebbe un calcio di rigore». I calciatori implicati nello scandalo scommesse, se colpevoli, andrebbero radiati? «Se accertate le responsabilità, servirebbe la mano più dura possibile», ha detto Ingroia a Radio2.
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