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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2012 alle ore 13:59.

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Donne, anziani, famiglie con figli. Sono oltre 9 milioni le persone che hanno dovuto rinunciare alle cure sanitarie per motivi economici nell'ultimo anno. È quanto emerge da uno studio Rbm Salute-Censis presentato al Welfare day. Oltre una persona su quattro ha più di 65 anni, il 61% è di sesso femminile e in 4 milioni di casi vive al Sud o nelle isole. La spesa sanitaria privata è aumentata più che nel periodo pre-crisi: +2,2% medio annuo nel periodo 2000-2007 e +2,3% negli anni 2008-2010 (l'incremento complessivo nel periodo 2000-2010 è stato del 25,5%). Il 77% di coloro che ricorrono al privato lo fa a causa della lunghezza delle liste d'attesa.

Rischio più elevato nelle regioni con deficit
Nelle regioni con piani di rientro dal deficit sanitario la crescita media della spesa pubblica nel settore è calata dal +6,2% del 2000-2007 a meno dell'1% nei tre anni successivi. A livello nazionale si è passati, nello stesso periodo, da aumenti annui del 6% al +2,3%.

Per sempre più italiani sanità in peggioramento
Anche in conseguenza dei tagli, gli italiani che ritengono la sanità della propria regione in peggioramento sono aumentati di dieci punti percentuali tra il 2009 e il 2012, fino al 31,7%.

Tra spese da coprire e risorse gap da 17 miliardi nel 2015
Il gap tra le esigenze di finanziamento della sanità pubblica e le risorse disponibili è previsto raggiungere 17 miliardi di euro nel 2015. La spesa per la sanità privata intanto continua ad aumentare (+25,5 tra il 2000 e il 2010).

Undici milioni assistiti da fondi integrativi
Le persone assistite dai fondi integrativi, in particolare, sono oltre 11 milioni. In oltre il 55% dei casi gli importi stanziati dai fondi sono andati in prestazioni sostitutive al servizio pubblico come il ricovero ospedaliero o il day hospital.

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