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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2012 alle ore 16:54.

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Ettore Gotti TedeschiEttore Gotti Tedeschi

I carabinieri del Noe che questa mattina hanno bussato alle porte dell'abitazione e degli uffici (tra Roma, Milano e Piacenza) di Ettore Gotti Tedeschi erano alla ricerca di documenti in grado di riscontrare i rapporti tra l'ex banchiere di Dio e il presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi, rapporti che sarebbero emersi in questi mesi di lavoro investigativo sul gigante della Difesa. C'è da aggiungere subito che il primo non è indagato, mentre il secondo sì, e già da qualche mese ormai.

È accusato dalla Procura di Napoli (pm Woodcock, Curcio e Piscitelli) di corruzione internazionale e riciclaggio per una presunta tangente da 10 milioni di euro che sarebbe stata versata alla Lega (ma non solo) in cambio del necessario appoggio politico per la nomina dello stesso Orsi a numero uno del colosso di Stato. L'intera inchiesta nasce dalle dichiarazioni dell'ex manager Finmeccanica Lorenzo Borgogni, che ai magistrati napoletani ha fatto i nomi dei protagonisti dell'affaire, spiegando anche com'è che sarebbe stata pagata la tangente al partito quando Orsi era amministratore delegato di Agusta Westland in occasione di una maxi-commessa da 560 milioni di euro per la vendita in India di 12 elicotteri AW-101. La provvista finanziaria – ha raccontato l'ex direttore centrale di Finmeccanica, che però ha chiarito di aver raccolto soltanto voci interne all'azienda rifiutandosi di dare un volto al suo informatore – sarebbe stata creata gonfiando di dieci milioni le parcelle dei due intermediari che si sarebbero occupati del business indiano: il consulente d'azienda italiano, ma residente in Svizzera, Guido Haschke, e il misterioso Christian Michel.

Haschke è stato interrogato e perquisito, nelle scorse settimane, mentre per quanto riguarda Michel gli inquirenti sospettano che possa trattarsi di un nome di copertura per depistare eventuali indagini a suo carico. La caccia all'uomo è tuttora in corso. I dieci milioni di euro sarebbero poi tornati a Orsi, che li avrebbe girati ad alcuni partiti, tra cui la Lega, per ottenere una robusta sponda in vista della successione all'allora patron Pierfrancesco Guarguaglini al vertice della multinazionale di piazza Monte Grappa. Borgogni nei suoi interrogatori ha aggiunto anche che, in base alle sue conoscenze, parte della maxi-bustarella sarebbe stata consegnata anche ad esponenti di «Comunione e Liberazione», la potente lobby che si rifà agli insegnamenti di don Giussani di cui proprio l'ex presidente dello Ior Gotti Tedeschi è da sempre considerato uno dei più illustri simpatizzanti. È questo il link su cui stanno lavorando i magistrati della Procura partenopea?

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