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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2012 alle ore 15:50.
L'ultima modifica è del 06 giugno 2012 alle ore 13:25.

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Il Pdl è pronto a prendere in esame una riforma elettorale che introduca il doppio turno, come chiede il partito democratico, qualora però passi la riforma costituzionale dell'elezione diretta del Capo dello Stato. È la proposta del segretario Angelino Alfano, delineata in conferenza stampa al Senato. Alfano ha presentato gli emendamenti del partito per il semipresidenzialismo. «Ci sono i tempi, è possibile approvare la riforma dal punto di vista dei tempi, dal punto di vista quello politico e istituzionale», ha ricordato. Secondo il segretario, è possibile concludere l'iter legislativo entro novembre con una seconda lettura del Senato, ultima tappa in agenda del calendario immaginato dal Pdl. Alfano ha poi chiarito: nessun tentennamento nell'appoggio al Governo.

Alfano: sostegno al Governo fino alla scadenza naturale
Dopo l'appoggio a Monti dichiarato dal segretario del Pd Pier Luigi Bersani, ora a pronunciare "l'atto di fede" nei confronti dell'attuale Esecutivo è il Pdl: sosterrà il governo fino alla scadenza naturale del mandato della legislatura, nel 2013.

Semi presidenzialismo in cambio del doppio turno
«Abbiamo ribadito una serie di proposte ai nostri interlocutori - ha ricordato Alfano -, ribadendo la volontà a riflettere sulle altre proposte, mi riferisco al Pd e alla legge elettorale con il doppio turno, da noi sempre osteggiata, ma che andrebbe invece bene con l'elezione diretta del presidente della Repubblica».

«Non vogliamo bloccare le riforme
»«La nostra è una proposta effettiva, seria, non pretestuosa e non c'è l'intenzione di bloccare le altre riforme. Quindi - ha ribadito il segretario del Pdl - anche senza semipresidenzialismo porteremo comunque avanti le riforme istituzionali».

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