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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2012 alle ore 20:57.

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Sara Errani (a destra) e Roberta Vinci vincono il torneo di doppio femminile al Roland Garros battendo in finale Maria Kirileko e Nadia Petrova (LaPresse)Sara Errani (a destra) e Roberta Vinci vincono il torneo di doppio femminile al Roland Garros battendo in finale Maria Kirileko e Nadia Petrova (LaPresse)

In attesa di provare ad entrare nella storia dalla porta principale, l'instancabile Sarita ha scelto di scrivere, con un giorno di anticipo, il suo nome nell'albo d'oro del Roland Garros. Lo ha fatto con la bravissima Roberta Vinci in una specialità, oggi spesso snobbata, ma certo non priva di fascino e ricca di tradizione come il doppio.
Così, mentre Djokovic piegava Roger Federer sul campo centrale, le italiane si portavano a casa il titolo di Parigi, diventando la prima coppia tutta azzurra a trionfare in uno Slam. Tale impresa è, infatti ,riuscita in tempi recenti ad altre due giocatrici di casa nostra, Mara Santangelo e Flavia Pennetta ma in tandem con altrettante tenniste straniere. Entrambe vincitrici agli Australian Open nel 2007 e nel 2011, le italiane hanno conquistato il prestigioso trofeo in coppia, rispettivamente, con l'aussie Alicia Molik e con l'argentina Gisela Dulko. Per capire l'importanza della vittoria di oggi, tuttavia, occorre sottolineare che, volendo trovare l'unico trionfo interamente azzurro nel doppio di un major, bisogna ritornare al lontano 1959 quando Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola conquistarono il titolo, guarda caso, proprio a Parigi.

Un successo, quello di Errani e Vinci, che arriva dopo una lunga striscia di vittorie (18 consecutive sulla terra battuta) e cinque titoli già all'attivo nel 2012 (l'ultimo dei quali al Foro Italico). Inutile aggiungere che il sesto trionfo, quello parigino, vale da solo più di tutti gli altri messi insieme.
In finale, le italiane hanno superato la premiata ditta russa Petrova & Kirilenko, al termine di una battaglia durata più di due ore. Partite male e subito sotto per 3/0, con Roberta fuori fase che sbagliava moltissimo, le nostre sono riuscite a rimettersi rapidamente in carreggiata e a rimontare fino al 4/4. A quel punto, però, un disastroso turno di battuta di Sara, perso a zero, ha regalato il set alle russe che hanno potuto, così, chiudere per 6/4. Poco male, nella frazione successiva le italiane, tra break e contro break, hanno restituito il favore alle rivali con lo stesso punteggio.

Ma, arrivate al set decisivo, Errani e Vinci hanno cambiato decisamente marcia, lasciando subito indietro le avversarie e finendo per chiudere la pratica con un secco 6/2. Una vittoria conquistata grazie alla solidità di Sara e all'ispirazione di Roberta capace, all'occorrenza, di esibirsi in un delizioso gioco di volo così raro, ormai, in entrambi i circuiti maschile e femminile. Alle differenti doti individuali, bisogna poi aggiungere la comune grinta e la voglia di lottare e, non meno importante, l'alchimia che sanno creare sul campo le due affiatatissime tenniste.
E, ora, dopo l'antipasto del doppio, Sarita si prepara al piatto forte che sarà servito domani nell'arena dedicata a Philippe Chatrier. Dovesse portarsi a casa, nella stessa edizione, i titoli di doppio e singolare, la Errani scriverebbe una pagina di storia del tennis indimenticabile.

Certo, l'impresa è ardua. Avesse vinto Petra Kvitova, Sara avrebbe sicuramente più chance. La scarsissima capacità di elaborare una strategia e l'attitudine a giocare un tennis puramente muscolare da parte della ceca potevano agevolare, non poco, il compito della nostra. Contro Maria Sharapova, che pure in carriera non ha dimostrato di brillare per abilità strategiche, il discorso è completamente diverso. Masha è una tennista potente, esperta e determinata. E' una, per intenderci, che ha già vinto le altre tre prove dello Slam e che, a Parigi, cerca di entrare nel ristretto club di atlete capaci di dominare in tutti i major. Né sarebbe giusto affibbiare il ruolo di parvenu del circuito ad una giocatrice che non sta soltanto occupando il vuoto di potere attuale ma che, in passato, ha saputo battere campionesse del calibro di Serena Williams e Justine Henin. Da lei, infine, non è lecito attendersi la fragilità caratteriale di una Stosur.

Per tutti questi motivi non sarebbe saggio dimenticarsi che la Errani entrerà in campo, domani, con il pronostico fortemente a sfavore. Eppure, la tennista bolognese ha più di una chance di vincere. Perché partire sfavorite permette di rimanere più tranquille, perché la piccola, grande Sara ha stravolto ogni previsione nelle ultime due settimane, perché in questa edizione del Roland Garros sta giocando come mai aveva fatto in vita sua.
Le sue armi migliori, ancora una volta, saranno l'acume tattico e la voglia di lottare fino all'ultimo punto. Caratteristiche che la Sharapova farà bene a non sottovalutare, come Stosur, Kuznetsova ,Kerber e Ivanovic possono ben testimoniare. Sognare non è proibito, anzi, a questo punto, è quasi obbligatorio.

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