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Questo articolo è stato pubblicato il 13 giugno 2012 alle ore 06:47.
Intanto da sinistra Nichi Vendola, presidente di Sel, boccia il governo dei tecnici che sembra «sempre più un equipaggio in balia delle onde». Mentre l'Idv, con Antonio Di Pietro, parla di «compromesso al ribasso» e la Lega di «Governo indecente» che «improvvisa». Anche l'Udc trova da ridire, per la decisione di porre la fiducia anche sull'articolo 10, che conferisce una delega al Governo di un anno sull'incandidabilità dei condannati: «Di fatto è rinviato a dopo le elezioni», commenta Pierluigi Mantini. Il Pd, con Dario Franceschini, ribadisce che l'unica fiducia possibile era «sul testo della commissione, impossibile pensare ad arretramenti». Il livello di guardia, insomma, resta alto. E non si escludono nuove sorprese.
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Dal maxi-emendamento alla fiducia in tre parti
Il maxiemendamento saltato
Ieri mattina è saltata l'ipotesi di votare un maxiemendamento del Governo al Ddl anticorruzione e si è scelto di chiedere tre voti di fiducia sui tre articoli clou del testo: il 10, il 13 e il 14
I partiti
Al Pdl non era piaciuta la norma del maxiemendamento che ritoccava l'art. 7 sull'induzione indebita a dare o promettere utilità, reato per cui è imputato Berlusconi nel processo Ruby. Per salvare il maxiemendamento, sarebbe stato chiesto al Pd di rinunciare all'aumento delle pene per il reato di corruzione di atti contrari ai doveri d'ufficio, ma il capogruppo Dario Franceschini ha detto no
Incandidabilità (articolo 10)
Delega al Governo per l'incandidabilità dei condannati al Parlamento, alle elezioni regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali e il divieto a ricoprire le cariche di presidente o membro di cda di consorzi e aziende speciali
Non potrà essere eletto o ricoprire incarichi di governo chi ha avuto una condanna definitiva a più di due anni per reati gravi (da mafia e terrorismo o contro la Pa)
Anche il patteggiamento
La misura scatta a prescindere dall'interdizione dai pubblici uffici. Rientra nel divieto anche chi ha patteggiato o è stato condannato a più di tre anni per altri reati
Norme penali (articolo 13) Modificate le norme penali sulla corruzione (con pene aumentate da 4 a 8 anni rispetto alle attuali che vanno da 2 a 5 anni) e sulla concussione
Il traffico di influenze illecite
Introdotto il traffico di influenze illecite, reato che punisce (con la reclusione da 1 a 3 anni) chiunque, sfruttando relazioni esistenti con un pubblico ufficiale, indebitamente fa dare o promettere, a sé o ad altri, denaro o altro vantaggio patrimoniale, come prezzo della propria mediazione illecita, ovvero per remunerare il pubblico ufficiale. La pena è aumentata se il reato è commesso da un pubblico ufficiale
Corruzione tra privati (articolo 14)
Con la modifica dell'articolo 2635 del Codice civile si introduce l'incriminazione per corruzione tra privati (già oggi in parte prevista) con reclusione da uno a tre anni
I soggetti attivi
In sostanza si allarga la platea degli autori, includendo tra i soggetti attivi del reato,accanto ad amministratori, direttori generali, dirigenti preposti alla redazione dei documenti contabili societari, sindaci e liquidatori, anche coloro che sono sottoposti alla direzione o alla vigilanza di questi ultimi. Si prevede inoltre la procedibilità d'ufficio (oggi la norma prevede la querela)