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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2012 alle ore 08:36.

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(Reuters)(Reuters)

CITTA' DEL MESSICO - Cactus, mare, nuvole e il classico sombrero. La presidenza messicana del G-20 punta i riflettori su uno dei Paesi più celebrati dalla celluloide e le cui icone sono rimaste immutate nei decenni. A strati le cronache hanno aggiunto, nei sei anni di mandato del presidente uscente Felipe Calderòn, le macabre morti del narcotraffico, combattuto per la prima volta da 40 anni mettendo in campo 50mila uomini dell'esercito.

Ma il Messico è molto più di questo, altrimenti non si spiegherebbe come mai tutti i grandi marchi del settore automobilistico, dell'elettronica, della grande distribuzione siano approdati con propri stabilimenti e insediamenti in questo Paese. Paese che è anche la patria di Carlos Slim, l'uomo più ricco del mondo; che ha un mercato interno di 112 milioni di consumatori, con una classe media in rapida crescita; che sforna nuovi ricchi e ricchissimi ogni anno, contando su una fascia di oltre 4 milioni di high net worth individuals, vale a dire iper milionari (in dollari). E che trae la maggior parte delle divise estere dagli emigrati negli Stati Uniti e dal turismo.

Una camminata nel quartiere di Polanco a Città del Messico vale probabilmente più di tante statistiche, con un affollamento di centri commerciali modernissimi dove il made in Italy la fa da padrone e dove la via Presidente Masaryk è tutto un inseguirsi di marchi del lusso. «Il punto vendita di Louis Vuitton sulla Masaryk è uno dei negozi più affollati dalle giovani benestanti della Mexico bene» spiega Salvatore Parano, direttore dell'Ice di Città del Messico. «Ed è un dato di fatto che ormai le classifiche internazionali sulla competitività del costo del lavoro mettano il Messico nelle prime posizioni, con un risparmio del 25% sugli Stati Uniti e comunque il miglior posizionato tra i Brics, aggiunge Sergio Contreras, vicepresidente esecutivo di Comce (Consejo empresarial mexicano de comercio exterior).

«Un Paese complesso, dove trarre conclusioni significherebbe banalizzare – spiega Roberto Spinelli, ambasciatore italiano a Città del Messico e regista della presenza governativa a Los Cabos – ma indubbiamente un Paese che offre importanti possibilità di business alle nostre imprese». Vale la pena soffermarsi su una panoramica dei principali settori dell'economia messicana e sulle chance per le imprese italiane.

La porta di accesso a un grande mercato. In apertura del G20 si è svolto il B20, che ha posto l'accento sul business mondiale ed è stata l'occasione per mettere in passerella i dati del Paese ospitante, confezionati ed elaborati da ProMexico. Il Paese, grazie a oltre 40 accordi di libero scambio, è una delle economie più aperte del pianeta ed è la piattaforma di esportazione ideale per accedere a due terzi del Pil mondiale. Fa parte del Nafta, anche conosciuto come Tlcan (Tratado de libero comercio de America del norte), il maggiore blocco economico del mondo, un mercato da 17,3 trilioni di dollari.

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