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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2012 alle ore 16:59.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2012 alle ore 13:10.

Che la crescita, nella visione del ministro dello Sviluppo economico, passi (anche) dal potenziamento delle infrastrutture, non è una novità. Ora, però, si intravede un passo ulteriore in questa direzione: il governo - anticipa Corrado Passera in un'audizione in commissione Ambiente della Camera - pensa a norme costituzionali che vedano nello Stato l'unico organo competente per le infrastrutture strategiche.
Il ministro: lo Stato decide sulle infrastrutture strategiche
«È allo studio - afferma Passera - la possibilità di proporre l'inserimento nell'ordinamento giuridico di norme di carattere costituzionale che attibuiscano alla competenza esclusiva dello Stato le infrastrutture strategiche di interesse nazionale e sovranazionale». Potrebbero inoltre essere messe a punto «norme ordinarie che impediscano la reformatio in pejus retroattiva del trattamento finanziario e fiscale degli investimenti infrastrutturali» e che consentano il coordinamento della programmazione statale con quella europea.
Per le grandi opere l'ipotesi di una consultazione popolare
Il governo, afferma Passera, pensa alla possibilità di introdurre sulle grandi opere «il dibattito pubblico prevedendo procedure di consultazione delle popolazioni locali e delle associazioni portatrici di interessi diffusi».
Serve rating su sicurezza imprese
In audizione il ministro rilancia poi la proposta di un rating che misuri le capacità imprenditoriali delle aziende anche sulla base del livello di sicurezza garantito. La pubblica amministrazione «si dovrebbe dotare di un sistema di rating delle imprese gestito da società specializzate»: «il rating dovrebbe avvenire sulla base di criteri che facciano riferimento alle reali capacità imprenditoriali/realizzative dell'impresa, alla sua consistenza finanziaria, alla serietà dei suoi comportamenti (per esempio: numero di infortuni registrati, numero di varianti richieste, entità del contenzioso con la Pubblica amministrazione e suoi esiti)».
Spending review per evitare aumento Iva
In mattinata Passera interviene anche sul tema del contenimento della spesa pubblica e sulla spending review. E sottolinea che l'operazione punta a evitare un automatico aumento dell'Iva che non avrebbe effetti positivi sull'economia. Intervenendo a Radio Anch'io su Radio uno, il ministro ricorda che l'obiettivo rimane confermato. Secondo Passera ora non c'è spazio per l'introduzione di nuove tasse: il peso della pressione fiscale è ora già molto elevato. Il ministro conferma poi che le risorse complessivamente mobilitabili con il decreto sviluppo si attestano sui 60-80 miliardi. Monti, ricorda il responsabile dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture , ha fatto un miracolo: «l'Italia ha già fatto una cosa importantissima: rientrare con credibilità su tutti i tavoli. In questo Monti ha fatto un miracolo e l'Italia ora è protagonista, in alcuni casi riferimento, su tutti i tavoli internazionali». Infine, una battuta sul nodo esodati: «dobbiamo risolvere la situazione».
Se non si sostiene l'euro l'Italia rischia
«Non sostenere l'euro - ricorda Passera - ha implicazioni forti e negative soprattutto per Paesi come il nostro, che hanno fatto la loro parte di lavoro al proprio interno ma che hanno bisogno di un contesto europeo più convinto di se stesso».
Do un giudizio positivo su solidità banche italiane
«Do un giudizio positivo sulla solidità complessiva delle banche italiane». Lo dice il ministro dello Sviluppo economico: rispondendo a una domanda nel programma Radio Anch'io osserva come «le banche italiane sono passate attraverso la crisi con le proprie forze senza mai dover chiedere aiuto allo Stato». Essendo poi, continua Passera, «molto legate all'economia reale, risentono delle difficoltà» legate alla crisi economica.
Il Ponte sullo Stretto? Non è una priorità
La costruzione del Ponte sullo stretto di Messina, priorità del governo Berlusconi, non è in cima alla lista nell'agenda dell'esecutivo Monti. «Non c'è - spiega il ministro – una scelta definitiva, io non lo considero tra le infrastrutture prioritarie a cui dedicarci». Il progetto oggi non è una priorità, dunque, in futuro chissà.
Immediate le polemiche da sinistra e da destra
Le dichiarazioni di Passera scatenano la polemica, sia da sinistra sia da destra. «Non ci siamo proprio - dice il senatore Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo Madama -: dal ministro Passera ci saremmo aspettati una rinuncia totale alla realizzazione del Ponte sullo Stretto, perché è un'infrastruttura faraonica tanto inutile quanto dannosa sotto il profilo ambientale. Limitarsi a dire - osserva Belisario - che non è un'opera prioritaria non basta: il Ponte non si deve proprio fare». Critica, ma sulla base di una diversa argomentazione, la posizione dell'ex ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli: «l'idea che il manufatto non venga ritenuto prioritario (dopo 8 mesi di studi e di riflessioni) - afferma - è un grave errore». Passera, osserva Matteoli, getta la maschera. «Noi - incalza l'ex ministro - continueremo a sostenere che il Ponte vada realizzato perché rappresenta un volano di crescita non solo per l'intero Sud ma per tutto il Paese e l'Europa. E inoltre - conclude Matteoli - Passera ha verificato l'entità del danno che deriverebbe al bilancio dello Stato in caso di stop dell'opera per le penali da pagare alle imprese che dovrebbero realizzare il Ponte?».
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