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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2012 alle ore 19:48.
L'ultima modifica è del 22 giugno 2012 alle ore 14:05.

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«La Bce deve diventare una banca di garanzia finale di tutti i debiti e deve provvedere alla necessità di stampare euro, ma la Germania si oppone. Gli altri Stati dovrebbero unirsi ed imporre alla Germania di uscire lei dal sistema dell'euro». È il ragionamento che l'ex premier Silvio Berlusconi fa ai giovani del Pdl, riuniti a Fiuggi. Quella di tornare alla lira - confida il Cavaliere - è stata una idea «lanciata provocatoriamente e tatticamente» ma «non è peregrina». Alfano «raccoglie il consenso di tutto il partito». Sul Pdl dice: dobbiamo cambiare il nome , non trasmette emozioni. Il Cavaliere annuncia: «Stiamo trattando con il Pd per una nuova legge elettorale proporzionale alla tedesca».

Aprire il partito a nuove forze
«Io ho già dentro di me un'idea - spiega l'ex presidente del Consiglio - e dovremo prossimamente decidere non di cambiare il partito ma aprirlo a nuove forze e dargli un nuovo nome in cui ci siano le nostre fondamenta: l'Italia e la Libertà».

Smentito un nuovo partito con Renzi
Silvio Berlusconi smentisce in maniera categorica di essere interessato alla realizzazione di nuovi partiti, ultimo in ordine di tempo quello con il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. «Sono quindici i protagonisti che sono venuti da me intenzionati a fare una nuova formazione politica nel centrodestra. Io - spiega Berlusconi - ho cercato di dissuaderli tutti, non ho sposato alcuna proposta, anzi sono convinto che debba darsi un'unitarietà a tutto l'elettorato del centrodestra».

Una pausa nella democrazia del nostro Paese
«C'è stata una pausa nella democrazia del nostro Paese», ricorda Berlusconi. «C'era un governo democraticamente eletto, che stava governando in modo certamente non abominevole, ma a un certo punto c'è stata la crisi dello spread e delle Borse e sono arrivati i nominati dal Presidente della Repubblica, e la situazione non è cambiata, nonostante in Parlamento non solo la maggioranza ma anche l'opposizione sostiene i provvedimenti, e il Governo si avvale di uno strumento che è il decreto legge». Il Cavaliere rivendica che «lo spread non era colpa nostra, ma colpa della debolezza di una moneta, l'euro, che non ha una banca garante e non stampa moneta».

Chiedo scusa agli italiani: nel '94 li ho illusi
«Devo chiedere scusa agli italiani - dice - perché io nel 1994 li ho illusi. Ho chiesto il loro voto per fare una rivoluzione liberale e non ci sono riuscito. Ma l'ho fatto in buona fede perché credevo che si potesse fare e non conoscevo questo sistema che impedisce che la modernizzazione».

Io ancora in politica? Sì, ma datemi il 51%
«Quando mi chiedono se sono intenzionato a continuare ancora in politica - afferma - , io dovrei rispondere in un solo modo: non è un fatto definitivo, sto maturando delle decisioni, ma il modo è questo, ovvero sì, io ci sto ma dovete darmi il 51%».

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