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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2012 alle ore 19:48.
L'ultima modifica è del 22 giugno 2012 alle ore 14:05.

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Ieri la 2.637esima udienza contro di me
Il Cavaliere torna su un cavallo di battaglia, il tema giustizia. «Io sono un perseguitato dalla giustizia - spiega - ieri mattina si è tenuta la 2.637esima udienza contro di me». «C'è la necessità - sottolinea - di una vera riforma». In «questo governo ci ho messo un anno e mezzo per confezionare la riforma» ma «in Parlamento Fini, che molti dicono di essere il riferimento dell'Anm in politica, ha aspettato più di un anno per far esaminare il provvedimento».

Corruzione: con ok a legge tutti nelle mani dei pm
Una battuta Berlusconi la riserva al Ddl sulla corruzione: «se il Parlamento sarà costretto ad approvare la cosiddetta legge anticorruzione, che contiene norme che metterebbero tutti noi nelle mani dei pubblici ministeri, i pm - avverte l'ex premier - potrebbero fare di noi quello che vogliono».

Fare stampare l'euro alla Zecca? Era una provocazione
«Ho detto che la Zecca potrebbe stampare l'euro... Ma figuratevi - commenta Berlusconi - ci sarebbero gli eserciti degli altri 16 Paesi europei pronti ad intervenire... Era una provocazione».

Governo Monti? Fase transitoria
Non solo Europa. Nell'intervista contenuta nel libro «L'onestà al potere» di Roberto Gelmini sui nove anni di governo di Milano di Gabriele Albertini Berlusconi si augura di «continuare a essere il leader dei moderati finché gli italiani lo vorranno. E di lavorare ogni giorno, con tutte le mie forze, come ho sempre fatto, affinché, terminata la fase comunque transitoria del governo Monti, un centrodestra in parte rinnovato e più ampio torni a guidare il paese nel nome dei nostri ideali di liberta». L'ipotesi di un ritorno di Silvio Berlusconi alla guida del centrodestra il segretario del Pd Pier Luigi Bersani non vuole prenderla in considerazione, anche se - confida - «non c'è limite al peggio».

Prima riforma, elezione diretta del premier
«La prima riforma istituzionale da fare è quella di dare al presidente del Consiglio, eletto dagli italiani, i poteri per governare davvero», ha sostenuto Berlusconi nell'intervista pubblicata. «Un sindaco - spiega - ha poteri ben diversi e maggiori di quelli di un presidente del Consiglio. Il sindaco può cambiare gli assessori quando vuole, il premier no. Il sindaco se si dimette scioglie il Consiglio comunale, il premier se si dimette può essere sostituito con chiunque altro, anche con una persona che non si è presentata alle elezioni».

Paese ingovernabile se non si cambia architettura dello Stato
«Se non si cambia l'architettura iniziale dello Stato, l'Italia continuerà a essere un paese ingovernabile. Ma sarebbe sbagliato sottovalutare i risultati che, nonostante tutto, il governo ha ottenuto, in anni difficilissimi, per l'economia internazionale. I fatti di queste settimane ci stanno dando ragione su tutta la linea, mi pare».

È stato distrutto il mio sentimento di fiducia nei magistrati
«Io stesso, fino ai primi momenti di Mani Pulite, conservavo, pur con crescenti perplessità, quella fiducia nei magistrati che mi aveva insegnato mio padre. Se c'è una cosa che non perdonerò mai a certi magistrati è proprio il fatto di aver distrutto questo sentimento, che era un valore e un ideale», ha detto Silvio Berlusconi. Alla domanda sul perchè non ha fermato Albertini nel rapporto privilegiato con la Procura di Milano di Francesco Saverio Borrelli, Berlusconi risponde: «Perché sono un liberale, e non è mia abitudine, né fa parte della mia mentalità, imporre nulla a nessuno». Giudizio «molto severo sull'attività della Procura della Repubblica di Milano guidata dal dottor Borrelli. Ma questo non annulla il fatto che il titolare di quell'ufficio, e poi della Procura Generale, all'epoca fosse il dottor Borrelli, e quindi bene abbia fatto il sindaco a mantenere un corretto rapporto tra istituzioni».

Albertini non si è associato a campagne giustizialiste
«Quanto alla stima personale tra i due, della quale si è molto parlato - aggiunge - non ne so molto. Credo che da parte di Albertini sia nata da quella fede negli organi dello Stato, da quella visione quasi sacrale della Magistratura, che faceva parte integrante della nostra cultura liberale». Devo però aggiungere - conclude - che Gabriele, pur avendo un'opinione diversa dalla mia su alcuni magistrati, non si è mai associato in alcun modo alle campagne giustizialiste. Anzi, è sempre stato molto leale nei miei confronti, anche quando sono stato oggetto delle peggiori aggressioni giudiziarie. Di questo gli sono grato».

La sconfitta della Moratti non ci ha fatto bene
«La sconfitta della Moratti certo non ci ha fatto bene. Ma è stata soprattutto un sintomo di un clima politico generale che si andava deteriorando sempre più, non solo in Italia», ha detto il Cavaliere nell'intervista a un anno di distanza dalla sconfitta del sindaco uscente di Milano Letizia Moratti. «Ricordo che alle elezioni di medio termine - prosegue l'ex premier - tutti i governi europei in carica hanno subito gravi sconfitte».

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