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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2012 alle ore 15:36.
L'ultima modifica è del 22 giugno 2012 alle ore 14:00.

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Squinzi: in Europa ci salviamo tutti insieme o nessuno, vanno messe in comune quote di sovranità (Space24)Squinzi: in Europa ci salviamo tutti insieme o nessuno, vanno messe in comune quote di sovranità (Space24)

Nessuno pensi che la partita per la difesa dell'euro e contro gli attacchi della speculazione si possa vincere individualmente, venendo meno a una logica di squadra. Perché, afferma il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi al convegno «Europa federale, unica via d'uscita?»: «O ci salviamo tutti insieme o non si salva nessuno». «L'eventualità di un default - ricorda, citando le simulazioni del centro studi di viale dell'Astronomia - porterebbe, soltanto nel primo anno, un crollo del Pil tra il 25 e il 50%» nelle quattro maggiori economie dell'eurozona. Secondo il numero uno di Viale dell'Astronomia, infatti, «la vera scelta è di stare tutti insieme in un'Europa che sia veramente unita». Sulla stessa linea il ministro per gli Affari Europei Enzo Moavero Milanesi: «non dobbiamo permettere che si perda la fiducia» nell'Europa, «al contrario dobbiamo impegnarci» verso un'Europa federale.

Prodi: il vertice del 28 e del 29 non sarà decisivo
Inteviene anche l'ex presidente della commissione europea e del Consiglio, Romano Prodi: «dall'inizio della crisi - ricorda - ho contato 25 o 26 vertici, ma che hanno portato a interventi sempre piccoli e tardivi. La mia previsione è che anche il vertice del 28-29 giugno non sará decisivo». E«il quadrangolare di oggi a Villa Madama tra Italia, Francia, Germania e Spagna è un prepartita, nel senso letterale del termine».

Kerber, Bdi, la Confindustria tedesca: o unione politica o tutto crolla
Il presidente di Confindustria Squinzi partecipa a una tavola rotonda con il rappresentante dell'associazione degli industriali francesi, la presidente del Medef Laurence Parisot e il direttore generale della Bdi, la Confindustria tedesca, Markus Kerber. È in questa occasione che Squinzi presenta un rapporto, stilato dalla Confindustria d'oltralpe, in cui gli industriali rivendicano la necessità di un'unione politica europea. Secondo Squinzi, «pensare di risolvere la crisi economico finanziaria parlando solo di spread equivale a voler curare un tumore con un'aspirina». Parisot sottolinea: «industriali e imprenditori francesi si sono impegnati a favore degli Stati Uniti d'Europa». Il problema, continua la numero uno degli industriali francesi, è che il dibattito è all'anno zero o quasi: «quello che secondo me è oggi assente - osserva Parisot - è la discussione pubblica sul tema del futuro dell'Europa. Nella campagna elettorale che ha portato all'elezione di Hollande questo tema è stato quasi sfiorato». Il direttore generale della Bdi Kerber lo dice a chiare lettere: «o ci uniamo a livello politico per risolvere la crisi, o tutto crolla».

Squinzi sulla Grecia: il ritorno alla dracma costerebbe il 40-50% del Pil
«Un ritorno alla Dracma - avverte Squinzi - costerebbe ad ogni cittadino greco tra i 9.500 e gli 11.500 euro a persona solo nel primo anno, il che equivale al 40-50% del pil nazionale». La stima è tratta da una ricerca di Ubs. «A ciò - prosegue - si aggiungerebbero un default nazionale, il collasso del sistema bancario e il blocco del commercio internazionale».

«Quel brusco risveglio dell'Europa»
Squinzi conferma di essere un «europeista convinto» e sottolinea che l'Europa ha avuto un «brusco risveglio. Un risveglio - continua - innescato da una crisi che inizio a considerare irreversibile per un modello economico che ha retto il mondo occidentale per oltre due secoli». Per questo, prosegue, «l'Europa può sostenere il confronto solo se compete come sistema» e «nessuno stato, da solo, nemmeno la Germania, potrà avere ruoli attivi nelle nuove configurazioni che si stanno costruendo nell'economia mondiale».

La Ue è a un bivio storico, molto dipenderà dal vertice di fine mese
La Ue è a un bivio storico, molto dipenderà dal consiglio europeo di fine mese «Così l'Unione europea - ricorda Squinzi - che in questi giorni sta vivendo la crisi maggiore dalla sua costituzione, è al bivio storico. Molto - continua il presidende dell'associazione datoriale - dipenderà dalle decisioni che verranno assunte, lo spero vivamente e me lo auguro, nel prossimo Consiglio europeo del 28 e 29 giugno».

«Mettere in comune quote di sovranità»
La strategia è quella di estendere la competenza della Ue ad altri comparti rimasti fino ad oggi sotto il controllo dei singoli Governi. «È necessaria - spiega infatti Squinzi - un'azione efficace che includa una messa in comune di quote di sovranità che toccano questioni fondamentali come la politica economica». Insomma, puntualizza, bisogna arrivare ad un accordo sull'unione di bilancio, sull'unione bancaria, sulla graduale armonizzazione delle politiche fiscali, sull'effettivo coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale, sulle riforme strutturali (in particolare quella del mercato del lavoro per favorire laripresa dell'occupazione), sul''emissione dei project bond,
sull'esclusione dai parametri del Patto di stabilità sulle spese per gli investimenti, sull'istituzione di un meccanismo attivo di sostegno dei debiti pubblici per cui i debiti nazionali che superano il 60% siano garantiti solidarmente dai 27 paesi che formano l'Ue e su una strategia della crescita che ponga l'industria al primo posto.

Parliamo pure di Stati Uniti d'Europa
«E se la realizzazione di questo percorso - osserva Squinzi - irto di ostacoli ma essenziale per salvare questa nostra Unione europea, si vuole definire con l'espressione Stati Uniti d'Europa, allora usiamo questa espressione senza timore».

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