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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2012 alle ore 10:39.

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di Vito Lops

I mercati attendono l'esito dell'incontro in programma oggi tra i quattro moschettieri dell'Eurozona. Riflettori puntati su Villa Madama, dove oggi si svolge il vertice quadrilaterale Francia, Germania, Spagna e Italia al quale partecipano il presidente della Repubblica francese Francois Hollande, il cancelliere tedesco Angela Merkel, il premier spagnolo Mariano Rajoy e il presidente del Consiglio Mario Monti. Il summit serve a saggiare le intenzioni dei quattro governi in vista della riunione del Consiglio dell'Unione europea in calendario a Bruxelles il 28 e 29 giugno.

Hollande, Monti e Rajoy cercheranno in particolare di convincere Merkel che l'euro può salvarsi se si riuscirà ad armonizzare le esigenze nazionali con quelle dell'Unione cercando il difficile equilibrio tra rigore e crescita in modo da rassicurare i mercati e frenare gli spread. I quattro leader sono inoltre convinti che non si debba mettere in discussione l'euro come moneta comune.

Molti i temi del vertice a quattro. Monti ha per esempio proposto un uso dei fondi salva Stati per creare uno scudo in grado di tenere a freno gli spread. Secondo alcune indiscrezioni pubblicate dal Financial Times Deutschland, il premier italiano proporrebbe agli altri leader europei un intervento della Banca centrale europea per comprare i bond dei Paesi in difficoltà su mandato del fondo salva Stati, aggirando di conseguenza i regolamenti previsti dai Fondi. Monti aveva fatto riferimento a questa ipotesi nel corso del recente G20 che si è svolto in Messico. Nonostante l'iniziale reazione di freddezza da parte della Germania, la proposta di Monti potrebbe essere accolta da Merkel che oggi presenterebbe in anteprima ai suoi partner del vertice a quattro il piano che ha intenzione di proporre al Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Secondo le previsioni apparse sui giornali francesi, il presidente Hollande potrebbe accogliere la proposta di Monti qualora fossero varati gli eurobill, i titoli a breve garantiti dall'Unione europea.

Quest'ultimi sarebbero uno strumento monetario di mediazione rispetto agli eurobond che la Germania continua a osteggiare. All'ordine del giorno della riunione a quattro di oggi c'è anche l' ipotesi di unione bancaria sulla quale starebbero convergendo Consiglio europeo, Bce, Commissione europea e Eurogruppo. Una eventualità quella dell'unità bancaria che trova il consenso di Francia e Italia ma che la Germania vuole vincolare a una maggiore unità fiscale tra i paesi dell'Unione europea.

Monti punta al successo del vertice di oggi anche per allontanare le nubi di una possibile crisi del suo governo che aprirebbe la strada a elezioni anticipate in autunno. Malgrado l'accoglimento da parte dei partiti di maggioranza della richiesta fatta dall'esecutivo di approvare la riforma del lavoro entro il 27 giugno e di votare una mozione unitaria alla Camera che fissa i punti della politica europea dell'Italia dando un'ampia delega a Monti, in caso di un insuccesso del summit di oggi e di quello dell'Unione di fine giugno la fine del governo Monti é data per sicura dagli ambienti del Pdl.

Hollande, dopo aver ottenuto la maggioranza assoluta nelle elezioni legislative, deve invece dimostrare di avere un ruolo internazionale all'altezza delle aspettative e in grado di smussare le resistenze della Merkel a investire sulla crescita. Alla prova è chiamato pure Rajoy che è riuscito all'ultimo minuto a far parte del vertice di oggi dando un insperato protagonismo internazionale alla propria politica.

Dopo aver evitato la catastrofe bancaria grazie a un intervento concertato dall'Unione europea, il premier spagnolo cercherà di dimostrare che la fiducia riposta nel governo di Madrid non è stata un errore. L'ottimismo sul risultato della riunione a quattro di oggi è però temperato dalle divergenze che hanno animato la riunione dell' Eurogruppo di ieri, nella quale i ministri finanziari dell'Eurozona non hanno trovato l'accordo sul caso Grecia. All'annuncio che il nuovo governo di Atene vuole rivedere le condizioni del prestito, cercando di ottenere due anni in più per raggiungere gli obiettivi di bilancio, i governi nazionali rispondono in ordine sparso. La Finlandia ha respinto la richiesta. L'Olanda è scettica. Italia, Francia e Austria sono favorevoli a fare una verifica sulle intenzioni della Grecia. La Germania è inflessibile nel chiedere il rispetto da parte di Atene degli impegni già assunti.

Riusciranno i quattro moschettieri dell'Eurozona a trovare soluzioni concertate e a placare i mercati finanziari?

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